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Collaborazioni territoriali fra chiese, non più “Noi e loro”

Intensa discussione sulle relazioni fra le chiese valdesi, battiste e metodiste: rilanciare collaborazioni, viversi come un corpo solo

Intenso lunedì mattina di lavori all’Assemblea – Sinodo che a Torre Pellice (To) sta riunendo le chiese battiste, metodiste e valdesi per la prima volta da 15 anni in qua e a 32 anni dal reciproco riconoscimento, suggello di un percorso comune che era già nei fatti e che è proseguito fino ad oggi.

È stata proprio la collaborazione territoriale fra chiese di diverse denominazioni l’argomento oggetto di dibattito nella sessione mattutina. Il pastore, nell’ introdurre le due mozioni (che sono poi diventate tre a seguito della discussione) legate al tema, ha ricordato i rapporti costruiti negli anni, sostanziatosi soprattutto con la cura pastorale di una chiesa anche di una denominazione differente dalla propria (ad esempio un pastore o una pastora valdese responsabile anche di una chiesa battista, o viceversa).

L’invito generale emerso da buona parte degli interventi degli oltre 200 delegati presenti in loco o per via virtuale dalle proprie abitazioni è di arricchire tali scambi, allargarli ad altri membri di chiesa, prevedere scambi intensificati, partecipazione reciproca alle riunioni, alle assemblee delle altre chiese nell’ambito battista, metodista e valdese, rafforzare le iniziative comunitarie. Insomma vivere ancor più nel profondo la fraternità di questi anni.

Tutto ciò senza tacere le difficoltà che tale integrazione reca, sia di stampo puramente giuridico (celebrazioni di matrimoni ad esempio) che di rischio manifestato di una riconoscibilità meno semplice di fronte a coloro che decidono di approcciare le chiese magari in età adulta.  

Insomma rilanciare la collaborazione, sentirsi “noi” più che “noi e loro”, non solo per necessità, ma perché sentito profondamente dalle comunità.

 

Foto Nev

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