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Dio ci ha messo in salvo

Un giorno una parola – commento a Salmo 34, 7

L’angelo del Signore si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera
Salmo 34, 7

Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella. L’angelo, battendo il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: «Alzati, presto!». E le catene gli caddero dalle mani
Atti degli apostoli 12, 7

Credo che non pochi tra i fratelli e le sorelle che stanno leggendo queste mie modeste riflessioni possano riconoscere la verità delle parole del Salmo che abbiamo scelto come spunto, quasi esse alludessero ad una loro personale esperienza di vita. Io stesso devo riconoscere che più volte, in situazioni, dalle quali non avrei saputo come uscire, sono stato liberato in modo inaspettato; e nel mio cuore so che Dio stesso mi ha liberato e messo in salvo. Se raccontassimo delle nostre esperienze di liberazione a chi non crede, saremmo per lo più ascoltati con cortese condiscendenza, ma nulla convincerebbe il nostro interlocutore che qualcosa di diverso da un felice concatenarsi di circostanze sia la causa della felice conclusione della nostra vicenda. Ci si dirà che ci sono casi fortunati e casi sfortunati, in quell’occasione abbiamo avuto fortuna; insomma, nulla più di questo. Solo chi abbia avuto un’esperienza analoga potrà condividere con noi ciò che il Salmista afferma, riconoscendolo come verità che ha sperimentato nel concreto. È un po’ come se ci fosse, riguardo alla realtà, la possibilità di leggerla e interpretarla su due piani diversi: il primo, quello dell’evidenza totale, che si ferma a ciò che appare concreto e tangibile, un secondo poi, tutt’altro che evidente, che è quello che riconosce, nella prospettiva della fede, l’agire di Dio nella vita dei singoli e nella storia del mondo.

Un po’ la stessa questione si pone, se riflettiamo, sul percorso della nostra esistenza. È tutta la nostra vita, solo frutto del concatenarsi di eventi e circostanze casuali? È tutta, in ogni suo istante, il realizzarsi puntuale di un progetto senza possibilità di errore? È un percorso tracciato, nel quale possono intervenire anche deviazioni momentanee, senza che esso manchi di arrivare, alla fine, alla meta stabilita? Mi sentirei, almeno per me, di ritenere più ragionevole quest’ultima, che risponde alla visione proposta dal Salmo: possono esserci momenti difficili e prove, ma il Signore ci libera. Questo avviene sempre? Dipende da qual è il punto di vista dal quale giudichiamo.

L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani scrive: Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno (Rm 8, 28). La prospettiva che ci viene presentata è quella del bene definitivo, autentico e inalterabile: la vita eterna che libera anche dal più terribile e invincibile dei mali: la morte. Di certo sappiamo che in Cristo la morte non ha l’ultima parola e questa nostra vita mortale, nella prospettiva dell’eternità, è libera dal non-senso e dal vuoto dei quali la sua caducità la riempiva, affrancata dalla tirannia del caso, per essere vissuta nella libertà dei figli di Dio, nella prospettiva dell’eternità, sì, ma già qui ed ora.

 

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