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Due giorni di dibattito e confronto fra le chiese del Primo Distretto

Fra ieri e sabato 18 a Villar Perosa, nella chiesa valdese

Si è tenuta, esclusivamente in presenza, nel fine settimana del 18-19 giugno nella chiesa valdese di Villar Perosa la Conferenza del Primo Distretto. Come avevamo anticipato, al centro del dibattito c’era la questione giovani. La conferenza si è aperta con la meditazione del pastore Ruggero Marchetti, che presiedeva il seggio provvisorio, sul testo di Apocalisse 2, 8-11 (Lettera alla chiesa di Smirne). «Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà... Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita». Dunque, non siamo soli, pur nella sofferenza, il Cristo dell’Apocalisse ci sostiene.

Centrale, nella mattinata del sabato, è stata la discussione sul culto e la necessità che si renda sempre più inclusivo e accogliente, come indicava la Commissione d'esame: potrebbe essere un sistema per arginare la diminuzione di partecipanti. Anita Tarascio, vicepresidente della Conferenza, ha richiamato tutte le chiese a essere più fraterne nei confronti anche di chi sta loro intorno. Per Marco Di Pasquale il problema non è tanto l’acquisizione di nuove tecniche e nuovi strumenti. Il problema è: quale messaggio portiamo? E questo messaggio dice ancora qualcosa alla gente? Il culto dovrebbe cambiare le persone: bisognerebbe poter tornare a casa avendo qualcosa di più di quando sei arrivato...».

Ruggero Marchetti ha poi ancora precisato: «Dobbiamo partire dalla consapevolezza di una società e di una cultura per le quali Dio è irrilevante. Il nostro problema è che la gente non si interessa a Dio; il non-interesse per la chiesa viene dopo. I culti devono essere più accoglienti, ma a chi segue come riferimento solo la scienza, abbiamo qualcosa da dire?». 

Nel pomeriggio ci si è divisi in quattro gruppi di lavoro per affrontare l’argomento “giovani”, che ha suscitato interesse e dibattito fra i presenti. La discussione si è riflessa anche nelle decisioni della domenica, e il bilancio di previsione della Ced è stato modificato proprio a favore delle nuove generazioni. La scelta è stata quella di ridurre i finanziamenti a quei settori che posso avere anche altre fonti di sostegno (Otto per Mille in particolare) e dirottare i fondi sui progetti legati ai giovani. Sicuramente la Facoltà di Teologia di Roma è quella che ha subito una netta riduzione (da 9000 a 6000 euro); riduzioni meno rilevanti per Radio Beckwith evangelica e per la Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice. A crescere di quasi 4000 euro l’“ambito giovani” e di 500 quello della musica. Un passo coraggioso e concreto a sottolineare l’importanza delle discussioni tenutesi nel tempio di Villar Perosa.

Fra gli altri argomenti non sono stati dimenticati quello dell’ambiente e quello del lavoro, con una relazione dell’apposita commissione, e quello dell’ecumenismo, che vive di alti e bassi. Da molte parti è arrivata la richiesta di allargare l’orizzonte ecumenico non solo alla chiesa cattolica.

Ultimo argomento discusso è quello delle strutture diaconali (in particolare le strutture per anziani). La crisi di questo settore, iniziata con la pandemia, si è acuita con il caro bollette: dall’atto approvato scaturirà una lettera da inviare agli organi competenti per rimarcare l’importanza di queste strutture e invitare la Regione Piemonte a mettere in atto le necessarie misure per preservare e salvare questo mondo.

Infine le elezioni: c’è stato infatti il cambiamento al vertice della Commissione esecutiva distrettuale (Ced) con l’elezione del pastore Stefano D’Amore al posto del pastore Mauro Pons, che lascia dopo cinque anni, come previsto. Confermate Sara Emmanuela Tourn, Lucia Dainese e Marco Poët, che ha assunto il ruolo di vicepresidente sostituendo Attilio Fornerone, il quale ha concluso i suoi sette anni in Ced; volto nuovo anche quello di Sabrina Armand Hugon, cassiera della chiesa di Angrogna. 

 

 

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