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Passione a Sordevolo

Nel piccolo Comune del Biellese, torna in scena la rappresentazione popolare della Passione, una delle più antiche e famose: tra gli interpreti c’è anche un valdese, che ci racconta la sua esperienza

 

A Sordevolo, Comune di 1300 abitanti del Biellese, ogni cinque anni da più di due secoli si mette in scena, da giugno a settembre, una maestosa rappresentazione della Passione di Cristo.

A scanso di equivoci, bisogna dire che non si tratta di una processione o di una manifestazione cultuale, infatti coinvolge persone di ogni credo religioso e non credenti: «La parte religiosa è quella meno trascinante, potrei dire, alcuni anni fa abbiamo avuto un Gesù che probabilmente non andava in chiesa dalla cresima», ci racconta Pietro Magliola, membro della chiesa valdese di Biella, che quest’anno interpreta il Sommo Sacerdote Caifa. «Ho cominciato a 9 anni, nel 1970, come comparsa, tra i plebei; la prima parte recitata è stata quella del pontefice Anna, sono stato due volte un capo dei farisei e Pilato. Anche mio fratello ha partecipato diverse volte, come fariseo, buon ladrone, Giovanni, Satana ed Erode, e mia sorella  ha fatto il Prologo e la Veronica».

La manifestazione, curata dall’Associazione teatro popolare, si svolge in un anfiteatro coperto (i posti a sedere sono 2400, per ogni edizione si totalizzano circa 40.000 spettatori) e vengono riprodotte 29 scene in vari ambienti, con tanto di bighe e centurioni a cavallo: la sala del cenacolo, la casa di Erode, il Sinedrio, lorto degli ulivi, il Calvario.

Un tempo, racconta Magliola, c’erano anche delle scene improvvisate dai ragazzi nel borgo, e da più di cento anni esiste una “Passione dei bambini” che dal 1980 viene proposta, nello stesso anfiteatro dei “grandi”, due/tre volte e con lo stesso copione. Anche nella rappresentazione principale, spiega Magliola, «sono presenti bambini e ragazzi, soprattutto come comparse: plebei, servi della corte di Erode, ma anche come diavoletti nella scena del suicidio di Giuda. Quando Satana lo porta via, compaiono con lui dei diavoletti che fanno corse, capriole e fischi: una scena divertente che stempera un po’ la drammaticità della scena».

Questa tradizione è molto sentita dalla popolazione: fino a 25-30 anni fa, racconta Magliola, «c’erano vere e proprie “dinastie”, si tramandavano i ruoli di padre in figlio, e le parti si imparavano fin da piccoli ascoltando gli adulti».

Si può dire che tutto il paese è coinvolto. Gli attori sono circa 400, 42 le parti parlate: «Ogni personaggio è interpretato da tre persone: non è pensabile tenere impegnati gli attori per un periodo così lungo, anche perché sono tutti volontari. Le comparse, in totale 360, variano tra le 80 e 120 a seconda dei giorni; poi bisogna aggiungere 300 persone dietro le quinte, che si occupano della scenografia, dei costumi (fatti da donne e uomini del paese), della parte elettrica, della segreteria (remunerata, perché è un lavoro a tempo pieno per diversi mesi)». 

Una macchina complessa, che comincia a muoversi, per le prove, dall’autunno precedente.

L’ultima edizione era stata quella del 2015, che coincideva con i 200 anni della nascita “ufficiale” della rappresentazione, poi causa pandemia, quella del 2020 era stata rimandata prima al 2021 e poi al 2022: si terrà dal 18 giugno al 25 settembre, alternando i giorni di venerdì, sabato e domenica per un totale di 34 repliche: per le date e gli orari si consiglia di consultare il sito passionedisordevolo.com.

 

Foto: dettaglio del calendario dell’edizione 2022, da https://www.passionedisordevolo.com/press/

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