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Torino, storie di donne somale in Casa valdese

“Ho seguito la mia luce” di Suad Omar e Davide Rigallo, presentazione del volume mercoledì 15 giugno alle ore 17.30 in Corso Vittorio Emanuele II

A Torino in Casa valdese, fianco al tempio di corso Vittorio Emanuele II n.23, nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale del rifugiato, mercoledì 15 giugno alle ore 17.30 si terrà la presentazione del volume curato da Suad Omar e Davide Rigallo “Ho seguito la mia luce”, che raccoglie le drammatiche testimonianze di 6 donne somale profughe in Italia.

Con gli autori ne discuteranno Laura Martinelli, avvocata di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), Jacopo Rosatelli, assessore alle politiche sociali della Città di Torino, Luisa Mondo, medico epidemiologo dell’Asl To3, Stefania Barzon, psicologa e psicoterapeuta, Pina Maffodda, direttrice della collana "Migrastorie" della casa editrice Volturnia Edizioni che ha pubblicato il libro, Berthin Nzonza dell’associazione “Mosaico for refugees”, coordinati da Claudio Geymonat di Riforma.

Gli autori affermano che «Il testo può essere letto come un racconto a più voci di discriminazioni diverse, ciascuna colta e analizzata nelle sue radici. Le sei donne somale protagoniste dei capitoli descrivono infatti le discriminazioni subite in Somalia fin da bambine perché appartenenti a minoranze o a clan perdenti, per poi passare a spiegare le ragioni delle loro fughe e le persecuzioni patite nei tahrib, ossia lungo i viaggi della disperazione e della speranza verso l'Europa. Ne scaturisce un intreccio di piani diversi: il vissuto delle donne somale, con il suo carico di violenze subite e di oltraggi; le condizioni di minoranze perseguitate da secoli nel silenzio della storia; gli effetti tragicamente "domestici" di una guerra civile generata e continuamente rinfocolata per più di trent'anni. E ancora: la scelta della fuga come alternativa disperata al genocidio in patria; l'attraversamento del deserto e del mare di chi ha immaginato l'Europa come terra di salvezza e diritti; la solitudine nei contesti dell'"ospitalità" per chi ce l'ha fatta.

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