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Il diritto di essere chi si è veramente

Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omotransbifobia: l’occasione per ricordare le vittime dell’omofobia e aprire le porte dell’inclusione

Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2 Cor 3, 17) è il versetto che quest’anno collega le tante veglie ecumeniche e i culti domenicali in cui si pregherà per il superamento dell’omotransbifobia. Momenti di riflessione che avranno luogo in parrocchie cattoliche e chiese evangeliche in Italia, Spagna, Francia, Malta e Olanda. Dal 2007 tanti cristiani di diverse confessioni, vegliano infatti con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell’omofobia ed infrangere il muro di silenzio che c’è nella società e nelle chiese su questo tema.

Anche quest’anno la liturgia per le veglie di preghiera e i culti è stata curata  dalla Commissione Fede, Genere e Sessualità delle chiese battiste, metodiste e valdesi.

Ne parliamo con la pastora valdese Daniela di Carlo, coordinatrice della commissione per le chiese valdesi e metodiste. 

Su quali punti avete focalizzato la proposta di liturgia di questo 2022?

«Da un lato sull’inclusione, perché è sempre bene ricordare che il Dio nel quale noi crediamo non è un Dio che appartiene soltanto ad alcune tipologie di persone ma, come dice l'apostolo Paolo, è il Dio di tutte le genti. E poi abbiamo puntato anche sul fare memoria di chi ha sofferto e ancora purtroppo vive in luoghi in cui l’omofobia è galoppante, addirittura molto spesso accompagnata da misoginia, dove i diritti sono ancora veramente assenti. Vogliamo quindi porre una preghiera, un pensiero affinchè anche in questi paesi sia possibile essere chi si è veramente».

Un pensiero che si riflette benissimo nel versetto che è stato scelto quest’anno "Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2Cor 3, 17).

«Certo, infatti proprio attraverso questo versetto abbiamo voluto esprimere una vicinanza a chi si trova ancora in una situazione di separazione ed emarginazione. Dio ci raccoglie sotto le sue ali amorose, concrete, che manifestano vicinanza e amicizia per tutti».

La riflessione sul tema dell’omofobia si è ampliata a diverse, nuove realtà in questi ultimi anni. Sono sempre di più le chiese, anche della realtà cattolica, che organizzano momenti di preghiera, culti speciali, fiaccolate.
«Questo è vero, anche se credo che sia ancora troppo poco. Ad esempio su Milano siamo in comunione solo con una parrocchia che si è data disponibile a collaborare e condividere questo momento della veglia di preghiera. Siamo ancora lontani da ciò che diceva Alessandra Bocchetti, un'attivista e scrittrice italiana: “un problema, un tema, viene meno nel momento in cui c’è un perfetto silenzio sulla questione”. Lei si riferiva alla condizione delle donne, alla violenza di genere, ma lo stesso concetto vale anche per l’accoglienza nella società dei temi LGBT. Stiamo ancora lottando, lavorando, scrivendo e raccogliendo preghiere affinché anche rispetto all’omotransfobia ci sia un perfetto silenzio, non ci sia più bisogno di fare nulla. Per ora, però, c’è ancora da lavorare».

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