La vita eterna in Cristo Gesù
26 aprile 2022
Un giorno una parola – commento a Romani 6, 23
Qual è l’uomo che viva senza vedere la morte? Che scampi l’anima sua al potere del soggiorno dei morti?
Salmo 89, 48
Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore
Romani 6, 23
Che bella notizia abbiamo ricevuto a Pasqua: «Cristo è risorto!». E con la risurrezione di Cristo la vita vince sulla morte, la speranza sulla disperazione, il perdono sullo spirito di vendetta, la pace sulla guerra, l’amore sull’odio e la violenza. Per questo Cristo può aprire anche a noi la strada della risurrezione e della vita eterna. Quale gioia, amici e amiche! Non siamo più prigionieri della legge, perché «mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui (Dio), infatti la legge dà la conoscenza del peccato» (Romani 3, 20), in modo che tutti siano riconosciuti colpevoli davanti a Dio.
«Non c’è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio» (Romani 10-11), come dice l’apostolo Paolo nella stessa epistola, riprendendo le citazioni di un antico Salmo. Dunque, saremmo tutti periti sotto la minaccia della colpa, dei nostri peccati di superbia, di egoismo, di violenza, di sopraffazione, di perversione di qualsiasi tipo se Dio non avesse avuto pietà di questa umanità peccatrice. L’aggressione gratuita e ingiustificabile della Russia di Putin sulla Ucraina è la prova più lampante della cattiveria umana. Ecco perché a un certo punto Dio si rende conto che c’è bisogno di agire, di fare qualcosa per andare incontro a una umanità dal collo duro, che persevera tenacemente nel peccato. Per questo: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3, 16). Ecco perché siamo risparmiati a causa delle nostre colpe: non per meriti nostri, che non ne abbiamo, ma solo per l’opera misericordiosa di Cristo, che ha preso su di sé il carico dei peccati umani per donarci in cambio la sua giustizia. «Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti…» (Efesini 2, 8-9a). I nostri peccati sono stati crocifissi con lui sulla croce. Non siamo più ostaggi del peccato e della morte, quale sua diretta conseguenza, ma siamo ormai incamminati decisamente verso la vita eterna, la vera vita che comincia già ora e qui sotto la benefica azione dello Spirito Santo.