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Zero emissioni. Zero precari. Zero tumori. Il futuro del pianeta parte da qui

Si è tenuta a Civitavecchia dall'8 al 10 aprile l’Assemblea nazionale dei Fridays For Future, con la partecipazione attiva della chiesa battista di via dei Bastioni

Si è conclusa domenica a Civitavecchia l’Assemblea nazionale italiana dei Fridays For Future (FFF), movimento studentesco mondiale che dal 2018 si è organizzato per la tutela dell’ambiente, insieme a figure come la giovane attivista Greta Thunberg.

La chiesa battista di via dei Bastioni, a Civitavecchia, ha avuto un ruolo importante nell’organizzazione e nel supporto dell’assemblea, che ha visto circa 100 giovani provenire da tutta Italia. Insieme ai battisti, ad accoglierli, anche l’Arci e la Chiesa dei Salesiani.

Presso via dei Bastioni, ci racconta la battista Maria Elena Lacquaniti, sono stati accolti 20 ragazzi e ragazze. Con zaini, sacchi a pelo e materassini, questi giovani hanno animato le stanze solitamente dedicate alla scuola domenicale e ad altre attività della chiesa.

«Una gioia questi ragazzi, belli non solo perché giovani, ma perché semplici, di una bellezza naturale – dice Lacquaniti –. E con un senso di responsabilità e consapevolezza che ipoteca un futuro sicuramente migliore nelle loro mani».

L’Assemblea FFF si è sviluppata intorno a tavoli tematici su ambiente e lavoro, energia, politica, cambiamenti climatici. Civitavecchia, ci spiega ancora Lacquaniti, «è stata scelta perché territorio martoriato da servitù industriali e turistiche, con le grandi navi da crociera che insistono sulla costa. In 60 anni, la mortalità da inquinamento è cresciuta in modo esponenziale. Attualmente, inoltre, è fermo al Ministero dell’industria un progetto ambizioso e realizzabile che prevede una svolta industriale ad emissione 0».

Impianti eolici offshore (cioè impianti costruiti in mare aperto che sfruttano l’energia del vento) sarebbero in grado di assorbire la produzione della Centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord (TVN). La sua trasformazione, afferma Lacquaniti, darebbe lavoro e soprattutto contribuirebbe a trattenere sul territorio i giovani. «Si tratta di "ambientalizzare" il porto, con una nuova concezione della logistica. Tutto ciò, ci insegnano i giovani dei FFF, porterebbe fuori dal precariato e dal cancro».

L’Assemblea ribadisce, in buona sostanza, che «il futuro del pianeta si tutela mettendo insieme ambiente e lavoro. E per la prima volta Civitavecchia è pienamente coinvolta, attraverso i lavoratori dei settori più gravosi» riporta ancora Lacquaniti.

Ai lavori ha partecipato anche Stefania Barca, docente del Centro di studi sociali presso l’Università di Coimbra (Portogallo), in collegamento on line. «Il ricatto occupazionale per 40 anni ha bloccato sia il movimento operaio che quello ecologista – ha detto la studiosa –. Mentre la transizione energetica, con il coinvolgimento di tutte le parti, porta fuori dall’isolamento». Renato Di Nicola, della Campagna “Per il clima, fuori dal fossile!” ha invece parlato di modalità e di nuovi obiettivi comuni. Fra questi, il coinvolgimento dei lavoratori in tutti i movimenti ambientalisti. La cooperazione fra i movimenti. La transizione energetica, che è intesa come “una rivoluzione”, e il cambiamento, che «va programmato quotidianamente ed individualmente. Il sistema non lo cambia il sistema» ha affermato Di Nicola. E ancora, servono responsabilità individuale e una spinta dal basso per uscire dal fossile. Fra le proposte, anche una raccolta firme per contestare l’aumento delle utenze di riscaldamento e luce. E lo scioglimento in massa dei contratti con gestori fossili. Su questo punto, avverte l’attivista, «siamo in attesa che un gestore serio su questo argomento intervenga, altrimenti rischiamo solo che dietro il gestore green ci sia sempre il fossile». Infine, occorre «cominciare a pensare seriamente che ogni condominio, ufficio, attività commerciale, agricola – e anche ogni chiesa, ogni tempio, ogni locale di culto, aggiunge Lacquaniti unendosi alla voce di Di Nicola – possa essere un produttore di energia».

La tre giorni si è chiusa con una assemblea plenaria, a cui è seguito il corteo cittadino che dal parco della Resistenza è giunto al centro della città. «Tra canti, slogan, musica, balli, anche noi della chiesa battista abbiamo sfilato con uno striscione portato dagli adulti e uno portato dai piccoli della scuola domenicale. Il futuro che Renato Di Nicola chiede di visualizzare per realizzarlo, a me sembra che questi giovani lo abbiano ben rappresentato nelle loro vite, scelte e speranze» conclude Maria Elena Lacquaniti.

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