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Una bella biografia di Gesù

Fascino e rigore del libro di Gianfranco Ravasi, pubblicato dall'editore Raffaello Cortina

Bella e affidabile. È quella scritta dal cardinal Gianfranco Ravasi, gran conoscitore, commentatore e divulgatore della Bibbia specialmente (ma non solo) in casa cattolica. Credo che negli anni dopo il Concilio ha fatto più lui che chiunque altro per far conoscere la Bibbia agli italiani. Ma conoscere la Bibbia non è la stessa cosa che conoscere Gesù. La Bibbia è un libro, una Scrittura, un messaggio, una Parola. Gesù è una persona. Non si può conoscere Gesù senza conoscere la Bibbia, ma non basta conoscere la Bibbia per conoscere Gesù. Perciò Gianfranco Ravasi, che ha scritto molti libri sugli autori biblici (tra questi segnalo il suo grande Commento ai Salmi, in tre volumi – un vero capolavoro), ci offre ora una Biografia di Gesù*.

Ma dobbiamo subito chiederci: è davvero possibile, oggi, scrivere una biografia di Gesù, cioè una storia della sua vita, che sia storicamente affidabile? La risposta dev’essere: sì e no. Sì, perché è indubbiamente stato un personaggio storico, vissuto tra il 4 o il 6 a.C. e il 30 d.C. circa, quando fu giustiziato appena fuori Gerusalemme all’età di 30-35 anni. Della sua vita, attività, passione e morte abbiamo ben quattro versioni, chiamate “evangeli”, quindi è possibile scrivere la sua storia. Ma c’è chi sostiene che non è possibile perché i quattro evangeli sono tutti scritti da persone che credevano in Gesù, sono quindi storie partigiane nelle quali i dati storici sono mescolati alle affermazioni di una fede che può aver alterato o adattato, o inventato certe cose trasfigurando la realtà. A Gesù possono anche essere state attribuite delle parole che non ha materialmente pronunciato, ma che si suppone avrebbe potuto pronunciare.

«Camminare sul crinale tra storia e fede non è facile» scrive l’autore (p. 20), e ha ragione. Non dev’essere stato facile per chi questi “evangeli” li ha scritti, ed è ancora meno facile per chi oggi li legge e a essi si affida per ricostruire la storia di Gesù. Non facile, dunque, ma neppure impossibile. Occorre però essere vigili, e ricordare sempre che nelle quattro storie di Gesù a nostra disposizione l’intreccio tra storia e fede è costante, dalla prima all’ultima riga, e chi vuole scrivere oggi una biografia storicamente affidabile di Gesù «secondo i Vangeli», deve saper distinguere tra ciò che, in ogni brano evangelico, presumibilmente appartiene alla storia e ciò che invece è chiaramente dettato dalla fede. A noi pare che a Ravasi sia riuscito di comporre una biografia di Gesù affidabile sul piano storico (per quanto questo sia oggi possibile) e al tempo stesso in sintonia con il discorso di fede che soggiace a ciascuno dei quattro evangeli. Si potrà certo discutere questo o quel punto di vista, questa o quella scelta dell’autore, ma l’impianto complessivo è saldo e convincente, tanto sul versante della ricostruzione storica quanto su quello delle affermazioni di fede, da un lato senza subordinare la storia alla fede, e dall’altro senza squalificare la fede come chiave di lettura della storia.

Questa Biografia è articolata in 11 capitoli. Nel primo, introduttivo, si illustrano le radici ebraiche di Gesù qui rintracciate lungo tre diversi percorsi: il modo rabbinico di insegnare, la continuità e la discontinuità con il giudaismo tradizionale, il contributo della sociologia religiosa. Seguono quattro capitoli dedicati ai quattro evangeli: Marco «il primo evangelista»; Matteo «il Vangelo più popolare»; Luca «l’evangelista più raffinato»; Giovanni «l’ultimo Vangelo». Gli altri capitoli sono dedicati all’infanzia di Gesù (i due primi capitoli di Matteo e di Luca), alle sue parole (l’insegnamento, le parabole), alle sue mani (i miracoli), e, infine, al processo, alla condanna, alla morte e alla risurrezione. L’ultimo capitolo è dedicato agli Evangeli Apocrifi, che circolavano nei primi secoli della vita della Chiesa insieme a quelli poi riconosciuti come canonici, ma che la Chiesa, molto saggiamente, ha escluso dal canone: la loro presenza avrebbe seriamente compromesso sia l’attendibilità storica degli altri evangeli sia la qualità della fede testimoniata dal Nuovo Testamento.

Questo è il piano dell’opera, che unifica in un unico racconto le quattro biografie di Gesù dei 4 evangelisti: è una biografie di biografie, che mette in luce la specificità di ciascuna. I pregi dell’opera sono tanti. Ecco i maggiori:

1. Più volte l’autore rimanda il lettore al testo evangelico stesso, raccomandandone la lettura diretta e personale. Non intende in alcun modo sostituire le biografie evangeliche, al contrario vuol essere un vademecum che induce il lettore a leggere gli evangeli.

2. L’autore introduce nel suo racconto un numero impressionante di scrittori, poeti, pittori, musicisti, filosofi, mistici, teologi, «un gran nuvolo di testimoni» (Ebrei 12, 1), di ogni epoca, indole, nazionalità, orientamento, che contribuiscono, ciascuno a modo suo, a “raccontare” la storia di Gesù. Questa straordinaria, bellissima coralità arricchisce enormemente il racconto che, letteralmente, trabocca di riferimenti culturali.

3. L’autore non elude nessun tema ostico o difficile da trattare in poche pagine, tra quelli presenti nei racconti evangelici, come, a esempio, quello della dimensione demoniaca presente nella storia del mondo e delle persone. Il diavolo è chiamato «l’ombra di Dio» (p. 200). Lutero lo chiama simia Dei, «la scimmia di Dio».

4. L’autore è al corrente dei risultati raggiunti dall’intenso e continuo lavoro scientifico sui quattro evangeli, che si svolge nelle Università e nelle Facoltà teologiche. Perciò, a esempio, descrive la genesi letteraria di ciascun evangelo, senza però appesantire il racconto con apparati eruditi per specialisti, che non ci sono. Il libro resta così leggibilissimo e accessibile a chiunque.

In conclusione: è un’opera che valeva la pena scrivere e che vale la pena (ma è un piacere) leggere.

* Gianfranco Ravasi, Biografia di Gesù. Secondo i Vangeli. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2021, pp. 251, euro 19,00.

 

Foto: un fotogramma tratto dal film Il Vangelo secondo Matteo

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