Dio è il Dio di tutti e tutte
25 marzo 2022
Un giorno una parola – commento a Romani 10, 12
Il Signore ha detto: «Egli m’invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò, e lo glorificherò»
Salmo 91, 15
Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano
Romani 10, 12
Secondo il racconto della Bibbia, il Dio di Israele è il creatore dell’umanità intera: l’uomo è, come le altre realtà create, opera delle sue mani. Il Dio di Israele non è, però, il Dio di tutti gli uomini. Nella concezione della Bibbia, infatti, YHWH, il nome che Dio stesso rivela a Mosè perché lo si possa invocare, non è semplicemente il nome che Israele attribuisce a Dio, mentre altri popoli chiamano lo stesso unico Dio con altri nomi: per la Bibbia, così com’è nella sua forma finale, l’unico vero Dio, creatore del cielo, della terra e dell’umanità stringe un patto solo con Abramo, con la promessa di dargli una numerosa discendenza, che sarà il popolo del quale egli sarà il Dio.
Gli altri popoli hanno i loro dei, idoli scolpiti o figure immaginarie, non l’unico vero Dio. L’idea biblica che l’umanità intera condivida un giorno la fede nello stesso Dio passa, dunque, per la conversione dei popoli al Dio d’Israele. Qual è l’atteggiamento di Dio nei confronti dello straniero, del non-ebreo? La Bibbia in più passi afferma che lo straniero che vive presso il popolo d’Israele, quando si converta a YHWH e ne rispetti i precetti sarà come i figli di Israele: come siete voi, così sarà lo straniero davanti al SIGNORE.
Si considerino, poi, tutte le norme a protezione e sostegno dello straniero, con il quale si devono condividere i doni di Dio e al quale si devono anche accoglienza e amore. L’ebraismo posteriore aprirà, in genere, a quanti volessero convertirsi al Dio di Israele e ammetterà che Dio è il Dio di tutti, seppure con una evidente preferenza per Israele; si dirà, ad esempio, che il pagano che rispetta la Torà è uguale al Sommo Sacerdote. Per l’apostolo Paolo è nella fede in Cristo, non nel rispetto della Torah, che viene superata ed annullata ogni distinzione tra Giudei, circoncisi, e Greci, cioè non circoncisi.
La Torah e le sue prescrizioni sono in qualche modo superate ed assorbite nella fede in Cristo, per il quale il credente è giusto al cospetto di Dio, e nell’azione dello Spirito Santo, per il quale Dio stesso guida, ispira e sostiene il credente in conformità piena con il proprio volere. Ogni separazione, distinzione, differenza è annullata, etnica o di genere che sia, uno il Padre celeste, uno il Signore Gesù Cristo, uno lo Spirito e verso tutti la stessa grazia che libera e salva, perché tutti sono opera delle mani di Dio e, purché aprano mente e cuore al suo amore, figli e figlie che Dio ama.