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Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 8, 2

Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti
Deuteronomio 8, 2

Gesù ha detto: «Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre»
Matteo 11, 29

Il verbo ricordare è un punto forte nella spiritualità biblica. Senza memoria, senza il ricordo delle esperienze passate, l’israelita e qualsiasi persona, specialmente credente, è un vaso vuoto. Perciò a Israele viene comandato di ricordare, in modo da non essere sradicato dalla propria storia, e avere qualcosa su cui costruire il presente. Quel che viene comandato di ricordare nel passo di Deuteronomio non è un’esperienza esaltante, ma un sacco di dolore, di infedeltà, di fallimenti. Quando l’israelita si volta indietro per guardare la propria storia, vede macerie e, in mezzo alle macerie, vede una luce: è la mano di Dio che lo ha salvato e lo ha disciplinato. Sì, proprio disciplinato con le prove e le difficoltà, per saggiarne la fedeltà e l’ubbidienza.

Qui le prove, le esperienze che hanno causato dolore, non sono state scelte dal popolo, ma sono state insite nel percorso ineluttabile dovuto alla condizione di degrado dalla quale voleva uscire e dalla quale Dio lo ha voluto fare uscire. Risalire da una voragine non è cosa indolore, ma può temprare se il successo corona gli sforzi.

Leggermente diverso è il quadro che ci prospetta Gesù nell’invitarci a prendere il suo giogo e ad imparare da lui. Da maestro umile e mansueto qual è, Gesù non impone un percorso irto di difficoltà. Egli è rispettoso della volontà delle persone a cui si rivolge. Infatti egli chiama, egli invita a lasciare tutto e a prendere su di sè il giogo. Ancora una volta giogo sta per disciplina, per discepolato ubbidiente, per condotta di vita in cui bisogna fare delle scelte continue. Si tratta, tuttavia, di scelte fatte in compagnia, assieme ad altri discepoli e discepole e, soprattutto, assieme al Maestro. È così che quel giogo assume i caratteri della leggerezza, della gioia, del camminare sapendo a chi apparteniamo e che non saremo mai soli. Il Signore, col suo Spirito è con noi, sempre.

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