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Rifugiarsi nel Signore

Un giorno una parola – commento a Salmo 141, 8

A te sono rivolti i miei occhi, o Dio, Signore; in te mi rifugio, non abbandonare l’anima mia
Salmo 141, 8

Gesù ha detto: «Io vivo e voi vivrete»
Giovanni 14, 19

Il salmista si rifugia nel Signore, fuggendo dalle parole e dalle azioni degli empi. L’empietà, nel senso di condotta ingiusta, egoista, è quella che non si basa sulla fedeltà a Dio, ma sul seguire l’andazzo di questo mondo. Questa costituisce una tentazione costante, che viviamo anche noi, oggi. Lasciarsi attrarre da tutto quanto vediamo intorno a noi: l’egoismo, il chiudersi agli altri e alle altre, il crescente senso di ostilità verso tutti e tutte quante sono diverse da noi. Ignorare la sofferenza, chiudere gli occhi e le orecchie davanti alla miseria crescente che ci circonda, e della quale sentiamo continuamente parlare, tanto da non poterle ignorare.

Il salmista chiede a Dio l’aiuto per essere forte e resistere alla tentazione. Per farlo, è necessario restare sempre fedeli a Dio.

Per essere fedeli a Dio, è necessario tenere sempre i nostri occhi fissi sull’invisibile Signore, vivere restando sempre fedeli alla sua Parola.

Mantenere il nostro sguardo fisso sul Signore: non come fece Pietro, quando volendo camminare sull’acqua incontro a Gesù, distolse i suoi occhi da Gesù ed ebbe paura, e cominciò ad affondare (Matteo 14, 22-33). 

Nelle situazioni difficili, quando ci sembra che ci manchi il terreno sotto i piedi; in un periodo come quello che stiamo vivendo adesso, quando tutti e tutte noi siamo stanchi, sfiduciati di fronte a questa pandemia che ancora ci riempie di paura e della quale non riusciamo a vedere la fine, di fronte alla terribile guerra in Ucraina che sta provocando morte e distruzione, possiamo trovare nuova energia rifugiandoci nel Signore. Così, possiamo vivere le difficoltà, le prove della vita come opportunità per appoggiarci alle promesse di Dio e sperimentare il suo potere miracoloso. Con gli occhi sempre rivolti a Dio.