Una parola di consolazione e speranza
21 febbraio 2022
Un giorno una parola – commento a Isaia 53, 11
Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto
Isaia 53, 11
Voi avete tutto pienamente in Cristo, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza
Colossesi 2, 10
Il profeta Isaia parla qui di colui che è stato descritto come il servo sofferente di Yahvé, che la tradizione cristiana ha visto come immagine di Gesù Cristo, il nostro Salvatore, che per giungere alla luce della risurrezione passa attraverso la passione e la morte sulla croce. L’esperienza di Gesù, alla luce del testo di Isaia, diventa per noi credenti di oggi una forte indicazione e un grande motivo di speranza; dobbiamo ricordarcelo quando il dolore bussa alla nostra porta, quando siamo travagliati per i più svariati motivi, quando le preoccupazioni sembrano avere il sopravvento sulla nostra serenità: prima o poi vedremo la luce, perché questa è la volontà di Dio, questa è la strada che Egli ci traccia dinanzi. Il nostro testo è una parola di consolazione, ma non una consolazione a buon mercato, non la classica pacca sulla spalla che lascia il tempo che trova: è una parola fondata sulla vita e sull’esperienza di Gesù Cristo, e perciò diventa per tutti noi una parola di speranza che chiede la nostra fiducia in Dio come risposta. Anche se non è facile continuare a credere e ad avere fiducia nei momenti bui della nostra vita, dobbiamo ricordare tutte le volte che Dio è intervenuto in nostro favore, nella nostra storia e nella nostra vita personale, e dobbiamo credere che interverrà ancora, secondo i suoi tempi e i suoi momenti. Il Signore vede più lontano di noi, anche oltre la nostra storia e la nostra vita personale, e mantiene sempre le sue promesse. Continuiamo ad avere fiducia in Dio, che ci ama a tal punto da averci donato suo Figlio e da averci fatto indicare da lui la strada da percorrere, spesso faticosa e difficile, ma che conduce alla luce.