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Il valore della diversità

Il festival internazionale dell’economia si terrà dal 31 maggio al 4 giugno a Torino

Diversità è una parola che si sente sempre più spesso, anche se con toni e accenti differenti. C’è chi la teme, c’è chi la incoraggia ma ne coglie le difficoltà e c’è chi invece la considera una risorsa per costruire un futuro più giusto e migliore. Spesso si sottolinea che non è termine semplice e nemmeno armonico, come d’altra parte la vita spesso rivela, tra difficoltà e ostacoli. 

Diversità nelle varie lingue europee presenta tante sfumature di significato, che spesso si riferiscono all’esclusione e non sempre rimandano a discorsi di uguaglianza e di equità, tanto che spesso occorre specificare “diversi ma uguali” proprio per ricordare che è il pluralismo che abita - o dovrebbe abitare - le nostre città, le nostre scuole, le nostre comunità. 

Partendo dal senso comune, i vari termini possono mettere in luce le varie sfumature dalla diversità fino all’alterità, mentre nelle scienze umane e sociali per analizzare i fenomeni delle società multiculturali, multietniche e multireligiose si parla di pluralità, come sottolinea Elena Pulcini in La cura del mondo (Boringhieri 2009) con la consapevolezza che siamo tutti e tutte insieme ad affrontare le avversità, e che è meglio farlo con politiche affermative, che rompono l’isolamento e le divisioni, attraverso la cooperazione e la collaborazione. 

Spesso, in Italia abbiamo fatto uso di questi termini per denunciarne la mancanza, se pensiamo che nei media il punto di vista delle minoranze è raramente interpellato o rappresentato. Più spesso, agendo sull’idea che il rapporto tra maggioranza e minoranza sia questione di numeri -un problema cioè quantitativo da misurare con il bilancino - si perde di vista la necessità di un dibattito aperto e di un confronto approfondito sui contenuti dando spazio alla diversità di opinioni e di posizioni. Una società che ammetta al confronto più punti di vista, apertamente e per il gusto della crescita culturale, è senz’altro una società più vivace, più benestante (non solo in termini economici), più ricca di idee e di partecipazione. E comunque il riconoscimento della diversità è la premessa che lo diventi.

Quando poi il tema della diversità include anche la parità di genere, in un discorso interdisciplinare che ne allarga la prospettiva in senso intersezionale, cioè legandola alle tante disparità e ineguaglianze presenti nella società, dal punto di vista etnico, sociale, culturale, allora si introduce una importante modalità di comprendere le sfide del presente, come evidenzia Daniela Brogi nel volume Lo spazio delle donne (Einaudi 2022). Insomma, la diversità insegna a pensare la complessità e a non ridurre tutto a formule semplificate, cui spesso invece i media ci costringono, alimentando stereotipi e pregiudizi. Sono temi importanti e delicati che hanno bisogno di un contesto rispettoso, aperto e democratico, ma soprattutto di progettazione di percorsi di approfondimento che ne consentano la maturazione, al fine di suscitare una coscienza civica critica che si pone in ascolto delle differenze, nel presente e nella storia, come rimarca il volume di Florence Rochefort Femminismi (Laterza 2022).

Nella vicenda travagliata del festival internazionale dell’economia, previsto a Torino per il primo weekend di giugno, proprio sul tema “diversità, merito, giustizia sociale”, come scrive Giancarlo Caselli sul Corriere, si rischia di rimanere invischiati nel masochismo di Torino e del Piemonte che avevano invece fortemente voluto questa promettente opportunità per risvegliare la città dal torpore degli ultimi anni, anche attraverso una raccolta di firme di cittadini/e. Gli organizzatori Giuseppe Laterza e Tito Boeri, fornendo alcune anticipazioni del programma, che è davvero notevole, su La Stampa, hanno infatti messo in luce come anche il mercato viva di diversità e che dunque non si dovrebbe temere che, in questo periodo storico, a riflettere sull’economia vi siano diverse città, proprio per coinvolgere la cittadinanza in un dibattito pubblico  e interdisciplinare che affronti e renda comprensibile il programma di investimenti europei che assegnano a vecchi e nuovi cittadini/e un ruolo di responsabilità e di partecipazione nella costruzione di cittadinanza con le nuove generazioni. 

Affinché si possa traghettare il nostro Paese fuori dalla crisi pesantissima che lo ha colpito, insieme a tutto il pianeta, con crescenti disuguaglianze, a cui oggi si aggiungono altre crisi di natura geo-politica internazionale, con i venti di guerra ai confini dell’Europa. Da questo punto di vista, riaffermare il valore della diversità è importante. 

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