L’incarnazione di Gesù
18 febbraio 2022
Un giorno una parola – commento a I Giovanni 4, 9
Il Signore disse a Mosè: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere»
Esodo 33, 20
In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo
I Giovanni 4, 9
È tale la potenza di Dio che non possiamo vederla con i nostri occhi, perché potrebbe travolgerci e addirittura toglierci la vita. Sembra un vero paradosso. Come poter immaginare una forza di amore così grande che se conosciuta può portare alla morte? L’Antico Testamento ci riporta storie di profeti e patriarchi che hanno sentito la voce di Dio o che hanno comunque potuto incontrarlo attraverso i suoi angeli. Dio è sempre stato presente, anche se non si poteva stare al suo cospetto e guardare il suo volto, mai ha abbandonato le sue creature. Il suo amore si è mostrato appieno quando il suo unigenito Figlio si è manifestato in mezzo a noi. Non tutti l’hanno riconosciuto, per molti deve ancora arrivare, ma l’incarnazione di Gesù ha sicuramente cambiato il mondo e ogni prospettiva. Gesù è venuto a darci il dono della conoscenza e della vita. Se ancora soffriamo è perché il suo messaggio non è stato compreso e messo in pratica. Troppo difficile, perché si tratta di applicare nella nostra quotidianità l’amore incondizionato che appartiene solo al divino. Credo che tutto si giostri sulla nostra incapacità di comprendere il messaggio: «Ama il tuo nemico». Ecco il nostro limite da superare per poter dire «Ho scelto la vita, ho scelto il messaggio della resurrezione». Amare il proprio nemico ci mette in condizione di andare oltre all’amore che possiamo provare per il nostro prossimo, ci mette nella condizione di essere umili e saggi. Ci mette nella condizione di sostenere lo sguardo verso Dio e di non temere più nulla.