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Il dono della vera vita

Un giorno una parola – commento a Luca 12, 48

I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data agli uomini
Salmo 115, 16

A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà
Luca 12, 48

L’evangelo afferma che ogni credente deve svolgere un impegno concreto nelle vicende umane. Si parla così di vocazione per rispondere con responsabilità alla volontà del Signore.

Tale impegno è proporzionale ai doni ricevuti e anche se il Signore non chiede qualcosa al di là delle nostre possibilità, occorre riconoscere di aver ricevuto molto. Cosa abbiamo ricevuto? Certamente ognuno di noi riconosce i doni che il Signore ha elargito, ma tutti i credenti hanno ricevuto un dono speciale: la vera vita! Cioè una vita ricca di libertà, amore, speranza e capacità di riconciliazione. Questi doni sono la guida per il nostro operare e il Signore ci loderà per quanto facciamo.

Certamente, come scriveva il grande psicologo Carl Gustav Jung: «Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica». Si è tutti portati a giudicare il mondo invece di accettare la responsabilità di operare con giustizia e amore in questo nostro mondo. Giudicare vuol dire elevare la propria persona al di sopra degli altri e con autorità esaminare il comportamento altrui. Gesù aveva chiesto ai discepoli di non giudicare per amare il mondo come il Signore ama. Giudicare è disprezzare i doni del Signore. Perciò noi con i doni ricevuti operiamo per offrire al mondo la speranza di vera vita dell’Evangelo.

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