La gioia degli ebrei italiani per il Mattarella bis
31 gennaio 2022
Il secondo mandato presidenziale salutato dalla Giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Molti gli atti di vicinanza, dalle visite alle Fosse Ardeatine alla nomina di Liliana Segre senatrice a vita
La rielezione di Sergio Mattarella alla carica di presidente della Repubblica è salutata con gioia dalla Giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
«Proseguirà quanto già radicato nella storia trasmettendo dignità, senso delle istituzioni, forza delle azioni compiute anche in materia di contrasto a quei rigurgiti di odio e antisemitismo che ogni giorno di più insidiano le nostre conquiste e i nostri progetti di convivenza presenti e futuri» si legge nel testo pubblicato dal portale moked.it.
«Il custode dell’unità del Paese, per un’esperienza di servizio e promozione di quei valori costituzionali che sono l’essenza della nostra democrazia. Come ebrei italiani gliene siamo e sempre saremo riconoscenti. Pronti, ancora una volta, a fare la nostra parte».
Fin dal primo discorso e dai primi atti pubblici, in quel febbraio 2015, si è radicato un rapporto speciale fra Mattarella e le comunità ebraiche italiane.
«Il nostro Paese ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Gaj Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano» furono le parole scelte quel 3 febbraio di sette anni fa nel giorno dell’insediamento al Quirinale, seguite dal primo atto pubblico, la visita al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, luogo simbolo in cui tornerà a più riprese in questi anni, compresa nel 2017 la storica visita con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. La nomina di Liliana Segre a senatrice a vita nel 2018, a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, rimarrà uno dei momenti più significativi del settennato, insieme all’inaugurazione l’anno precedente, nel 2017, del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. «Un capolavoro di integrazione e identità», l’avrebbe definito al termine della visita alla prima mostra dell’allestimento permanente “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” curata da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla.