Giustizia di genere: a che punto sono le chiese protestanti
21 dicembre 2021
Se n’è parlato venerdì scorso in un dibattito online organizzato dalla Federazione donne evangeliche in Italia
La Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei) ha organizzato venerdì 17 dicembre su Zoom, in collaborazione con Riforma.it, un momento di confronto sul coinvolgimento delle chiese protestanti nella giustizia di genere (Gdg). Nei saluti iniziali, la pastora battista Gabriela Lio, presidente della Fdei, ha ricordato l’importanza di «ridefinire, ampliare i confini, riconfigurare le relazioni tra le persone e con l’ambiente che ci circonda», con «pazienza, coraggio e resistenza».
Moderate da Gabriella Rustici, presidente della Federazione femminile evangelica valdese e metodista (Ffevm), le due relatrici Gisela Salomon e Greetje van der Veer hanno portato le esperienze rispettivamente del mondo luterano e di quello metodista, delineando un percorso ormai ultradecennale svolto a livello mondiale.
Ma che cosa si intende con “giustizia di genere”? Salomon ha sottolineato che si tratta di «pari opportunità, libertà, rispetto e piena inclusione di tutti nella vita della chiesa», non solo delle donne ma di tutte le persone che per qualche ragione sono escluse o penalizzate, chiarendo poi che il genere non è il sesso biologico, ma il ruolo sociale, psicologico e culturale attribuito a una persona a partire dal suo sesso. Inoltre, la giustizia a cui si fa riferimento è quella di Dio nei confronti dell’umanità, che spesso capovolge il concetto comune.
Alla luce di queste considerazioni sono state esaminate le tappe con cui la Federazione luterana mondiale ha affrontato il tema, dal documento Una riflessione su genere e potere dalla prospettiva della fede (2009), alla «Politica di giustizia di genere» nel 2013 (che contiene dieci linee guida su aspetti quali l’organizzazione del lavoro, l’educazione e formazione, i modelli maschili), alle diverse risoluzioni adottate nel 2017. Dal 2018 nella Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) una commissione ha elaborato il testo della presa di posizione che poi è stata sottoposta alle comunità nel 2020, e infine sintetizzata e approvata dal Sinodo 2021 (tenutosi online dal 29 aprile al 1° maggio scorsi), che ricorda tra l’altro l’importanza di un linguaggio più inclusivo, più culturalmente sensibile, meno violento, più aperto alle voci femminili.
In conclusione, Salomon ha portato alcune proposte, tra cui inserire la GdG nello statuto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), sviluppare materiale didattico sul tema, arricchire il linguaggio liturgico, introdurre un Codice di comportamento per chi ha ruoli di responsabilità nella chiesa.
Come ha osservato Rustici, c’è stato un percorso, dalla rivendicazione di spazi e di visibilità (le cosiddette “quote rosa”) a una necessità più profonda, quella di una teologia che esprima meglio il punto di vista delle donne: siamo all’inizio di un cambiamento profondo, ma la strada da fare è ancora lunga – soprattutto sul tema della violenza, che è stato al centro dell’intervento di Greetje Van der Veer, la quale ha ricordato il Decennio delle Chiese in solidarietà con le donne (1988-1998), e le Assemblee mondiali delle donne metodiste che a cavallo fra anni ’90 e 2000 avevano cominciato a rompere il silenzio, con testimonianze in termini anche molto diretti e crudi.
Oggi la Chiesa metodista inglese è molto impegnata sul tema dell’abuso domestico, e ha linee guida per le chiese, servizi di supporto e formazione. In Italia, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha approvato alcuni atti importanti negli anni 2013-2015, ma secondo Van der Veer «si poteva fare decisamente di più», anche se molto si è fatto, da parte della Fdei, Ffevm, singole chiese, e sono nate iniziative “dal basso” come l’Osservatorio interreligioso sulla violenza contro le donne (Oivd) che vede coinvolte diverse realtà ecclesiastiche e religiose tra cui quelle presenti a questo dibattito.
Documenti e prese di posizione sono importanti, dicono tutte, ma ancora più importante è il lavoro di uomini e donne insieme, su un tema che riguarda ogni persone.
Il video dell’incontro si può rivedere qui: