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Afghanistan. Si tuteli l’identità delle persone giunte in Italia

Un appello alla prudenza, alla tutela della privacy e al rispetto della deontologia professionale è stato lanciato dall’Associazione Carta di Roma ai giornalisti italiani

In riferimento al secondo principio della Carta di Roma  (Carta deontologica per i giornalisti) - tutela della privacy e dell’identità di rifugiati, migranti e richiedenti asilo - , l’Associazione Carta di Roma «chiede alle giornaliste/i e ai professionisti della comunicazione di tutelare l’identità e la privacy delle persone afghane di cui si riporta la notizia o che vengono intervistate».

Un appello alla prudenza e alla deontologia professionale lanciato dall’Associazione Carta di Roma (che vede tra i fondatori e nel direttivo la Federazione delle chiese evangeliche in Italia - Fcei), fondata nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) nel giugno del 2008.

«La natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese - si legge nell’appello della Carta di Roma - può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari (rimasti in Afghanistan) a ritorsioni, tanto da parte delle autorità, sia da parte di entità non statali o di organizzazioni criminali, nel caso in cui si verifichi un’esposizione mediatica non attenta».

Pertanto, «nel caso di persone di nazionalità afghana giunte nel nostro paese o in attesa di lasciare il paese si chiede di evitare la pubblicazione di qualsiasi elemento che possa portare alla loro identificazione. In caso di interviste si chiede di proteggere nome, volto e voce e di prestare attenzione a tutti quei dettagli che possono permettere di risalire all’identità dell’intervistato (caratteristiche fisiche peculiari o il racconto di aneddoti particolari)».

L’associazione Carta di Roma, infine, suggerisce «anche in presenza di un consenso libero e informato dell’interessato, di evitare la pubblicazione del nome completo dell’intervistato (a meno che sia indispensabile per la sopravvivenza propria e/o della famiglia).

Nella drammatica situazione che sta vivendo l’Afghanistan, si legge infine nell’appello, «ci sono pervenute informazioni circa arresti e aggressioni a familiari di persone afghane giunte in Italia nelle ultime 48 ore; è responsabilità degli operatori dei media ridurre i rischi di rappresaglie verso i familiari rimasti in patria, tutelando l’identità delle persone afghane che accettano di raccontare la propria esperienza».

Le Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma sono scaricabili qui.

 

 

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