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Proteggere la libertà religiosa

Su questo tema ha ragionato la Summer School della Kek, la Conferenza di Chiese europee

La libertà di religione o di credo è un diritto umano fondamentale. Comprende il diritto a esercitare pubblicamente la propria religione, compresa la possibilità di dedicare luoghi speciali – chiese, sinagoghe, moschee, cimiteri e altri luoghi– a scopi religiosi e di culto. Poiché tali siti sono sempre più minacciati in Europa e ovunque, la Conferenza di Chiese europee (Kek) ha affrontato questo problema critico nella sua Summer School online sui diritti umani dal 20 al 23 luglio 2021.

L'evento preparato dal Gruppo tematico sui diritti umani della Kek ha esplorato come i luoghi di culto siano presi di mira da intolleranza e odio, persino violenza e distruzione, mettendo in gioco la libertà religiosa. La Summer School ha evidenziato che i credenti devono poter visitare e pregare in tali siti e che lo stato e la società sono obbligati a proteggere i loro diritti.

«Nei nostri edifici ecclesiastici celebriamo la vita donataci dal Creatore», ha affermato la vescova Petra Bosse-Huber della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), partner di cooperazione di quest'anno per la Summer School annuale della Kek. Ha sottolineato che la questione della libertà religiosa deve essere percepita al di là della propria confessione e religione.

Il vicepresidente della Kek, il metropolita Cleopas di Svezia e di tutta la Scandinavia, ha aggiunto una prospettiva ortodossa. «I nostri sacri luoghi di culto ospitano il vivificante sacramento della Santa Comunione e servono da palcoscenico per la celebrazione del dramma divino e del sacrificio incruento che commemora il sacrificio di Cristo sulla Croce durante ogni Divina Liturgia».

«Tutte le comunità religiose sono vulnerabili agli attacchi», ha affermato Andrea Volkmer, avvocato e ufficiale di polizia del ministero degli Interni tedesco. «Dobbiamo stare insieme e lavorare insieme per essere preparati e proteggere meglio i fedeli e i siti religiosi. L'Unione Europea è pronta a sostenere e favorire la cooperazione e il dialogo tra le diverse religioni e con le autorità, in particolare con le forze dell'ordine», ha aggiunto.

Ophir Revach, Ceo del Security and Crisis Center dell'European Jewish Congress, il Congresso ebraico europeo, ha affermato che «le comunità religiose condividono sfide di sicurezza simili con violazioni dei diritti umani come conseguenze». Ha affermato che «le comunità religiose devono rimanere solidali nel condividere le conoscenze e l'esperienza per combattere possibili minacce e sfide».

Durante la Summer School, sono stati presentati casi di studio su vandalismo, attacchi e distruzione provenienti da Armenia, Bulgaria, Croazia, Cipro, Kosovo, Svezia, Turchia, Regno Unito e Vaticano.

I relatori hanno convenuto che gli attacchi ai luoghi di culto provocano e alimentano controversie, creano pregiudizi durevoli e suscitano odio. Hanno sottolineato che tali luoghi fanno parte del comune patrimonio culturale dell'umanità, non solo di una specifica tradizione. Inoltre, meritano un'attenzione e una protezione speciali, non solo dal punto di vista dei diritti umani.

Come parte del progetto Safer and Stronger Communities in Europe (Sasce), la Summer School sviluppa le capacità all'interno delle comunità religiose. Sasce è un progetto finanziato dalla Commissione Europea, su cui la Kek lavora insieme ad altre organizzazioni religiose europee.

La Summer School ha condotto una formazione per membri e leader della comunità, evidenziando l'importante compito dello stato di offrire protezione alle comunità religiose, comprese misure precauzionali, specialmente in contesti in cui le minacce sono già tangibili.

Analogamente agli anni precedenti, è stata condotta una formazione sulla denuncia dei crimini d'odio utilizzando i meccanismi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e della Sasce.

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