Dio opera costantemente nelle nostre vite
08 luglio 2021
Un giorno una parola – commento a Salmo 48, 9
Dentro il tuo tempio, o Dio, noi ricordiamo la tua bontà
Salmo 48, 9
Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell’ora nona
Atti 3, 1
Il versetto del Salmo 48 ci porta dritto all’interno del Tempio di Gerusalemme dov’è si celebra la bontà di Dio e la sua presenza in mezzo al suo popolo. La comunità dei fedeli confessa che durante la celebrazione del culto nel Tempio, ripensando a Dio, il difensore della città, le tornano alla mente la sua benignità e la sua giustizia. Ricordare non significa semplicemente evocare le azioni salvifiche passate, ma celebrare, riconoscere, rendere attuali le azioni del passato; ritenere per certo che, come Dio ha agito nel passato, agisce ora nel presente e agirà per noi nel futuro. Per questo la preghiera è sostanzialmente un atto di fede nell’azione permanente di Dio nella vita dei credenti, che avviene nei modi per noi incomprensibili, anche attraverso ciò che spesso viene attribuito al caso. E a proposito del caso, il teologo Hans Küng, morto recentemente, scrive:
«Come uomo credente io vorrei ringraziare chi sta dietro al caso e anche dietro a tutte le necessità, chi è all’opera in tutte e in ciascuna cosa. E se io già ringrazio ed esprimo la mia gratitudine a tutti coloro ai quali devo tante cose, non è parimenti umano ringraziare anche colui al quale devo tutto, anzi me stesso? Non avrei io ogni motivo di ringraziarlo anche quando vivo una delusione dietro l’altra, quando dal prossimo raccolgo soltanto ingratitudine e scopro che l’ingratitudine è la ricompensa del mondo: perché nella fede io so che egli mi sostiene anche in mezzo a tutte le delusioni e di fronte a ogni forma di ingratitudine, e so – naturalmente soltanto guardando a Gesù e al suo destino – che egli non mi pianterà mai in asso, non mi abbandonerà né nella sofferenza né nella colpa, né nella vita né nella morte”.