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Appello per l’approvazione del Ddl Zan

Il gruppo Guado di Milano e il progetto Gionata lanciano un appello per l’approvazione del Ddl Zan

Martedì 22 giugno sul sito www.gionata.org è stata pubblicata una lettera aperta, un appello all’approvazione urgente del Ddl Zan, che si apre con queste parole: «Come persone e associazioni che conoscono da vicino la condizione delle persone LGBT+ chiediamo al Parlamento italiano di approvare al più presto il disegno di legge Zan per la “prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza” causate dall’omotransfobia, dalla misoginia e dall’abilismo (la discriminazione nei confronti delle persone disabili), non solo per dare al nostro paese una norma giusta e capace di tutelare alcuni gruppi di persone particolarmente esposte alla violenza e all’odio, ma anche per difendere quella tradizione di laicità, a cui si richiama la dottrina cattolica, dalle paure irrazionali di certi uomini di chiesa».

Tra i promotori di questa lettera aperta troviamo il gruppo Guado di Milano, gruppo di riflessione su Fede e omosessualità e lo stesso Progetto Gionata.

Viene ricordato come il DdL Zan non introduca nuove norme penali, ma estenda ad alcuni gruppi, che non erano citati, norme già previste nell’ordinamento italiano nell’articolo 604 bis del codice penale che sono state introdotte nel 1993.

Gianni Geraci del gruppo Guado di Milano spiega «Questo appello è nato dopo aver saputo nella nota della Segreteria di Stato vaticana. A noi è parso che questa questione abbia a che fare con un valore fondamentale per chi è veramente cattolico. I cattolici dovrebbero averla nelle loro corde più profonde l’idea di rispettare, come fosse qualcosa di sacrale, la laicità dello Stato. Gli stati confessionali hanno fatto il loro tempo, hanno creato tantissime vittime e non sono sicuramente la soluzione per una convivenza civile. La nostra richiesta è quella di approvare così com’è, e al più presto, il Ddl Zan. Abbiamo a che fare con il nostro stesso statuto di essere credenti, è il Vangelo a chiederci questa cosa. Il premier Draghi, cattolico e praticante, ha risposto nella maniera più corretta: lo Stato è laico, una legge in discussione in Parlamento deve andare avanti secondo le regole e nemmeno il Governo è autorizzato ad intervenire. Lo Stato italiano, nella sua legislazione, ha tutti gli strumenti che permettono di rispettare il pluralismo religioso, la libertà di coscienza e il Concordato firmato nel 1984 tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana».

Nell’appello si ribadisce il concetto della necessità di approvare una legge “che difenda omosessuali, transessuali, disabili e donne, tenendo conto degli interessi dei cittadini italiani”. 

Chi vuole sottoscrivere questo appello può scrivere a [email protected].

 

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