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Educazione civica insegnata da prof. di religione? No Grazie

La Chiesa valdese di Milano e quella di Torino intervengono sull'ennesimo colpo alla laicità dello Stato

La Chiesa Valdese di Milano, avendo appreso che in molte scuole del secondo ciclo l’introduzione dell’insegnamento di educazione civica, in ottemperanza alla legge 92/2019, è stata affidata - in tutto o in parte- agli insegnanti di religione cattolica, «attesta la propria contrarietà a questa decisione».

In un comunicato la Chiesa valdese di Milano afferma come «La nostra posizione si richiama alle finalità stesse di questa disciplina, che intende, secondo le linee guida ministeriali, avere “valenza di matrice valoriale trasversale” e come obiettivo di operare affinché i ragazzi e le ragazze, al termine del ciclo di insegnamento possano “partecipare al dibattito culturale, cogliere la complessità dei problemi esistenziali, morali, politici, sociali, economici e scientifici e formulare risposte personali argomentate”».

Per questo, prosegue il testo, «Riteniamo che tale insegnamento non possa essere affidato a docenti di una materia facoltativa e che la ricaduta più grave di tale prassi sia quella di imporre agli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento di religione cattolica, l’ascolto di un docente scelto dalla curia per una disciplina obbligatoria che contribuirà a definire le loro scale valoriali».

Monica Fabbri, presidente del concistoro della Chiesa valdese meneghina, intervenuta radiofonicamente su Radio Beckwith Evangelica ha spiegato il senso della lettera: «Da settembre con nuovo anno scolastico chi ha figli che frequentano le scuole si è accorto che è stato introdotto un percorso di educazione civica, che nelle intenzioni deve essere trasversale, trattato nelle varie materie secondo le varie caratteristiche delle singole discipline, per aumentare la voglia nei ragazze e ragazze di partecipare alla vita sociale politica culturale di un territorio e formarsi in questo ambito. Troviamo che affidare a insegnanti di educazione cattolica il compito di occuparsi dell’educazione civica sia profondamente scorretto perché ovviamente tali docenti sono religiosamente orientati e per ciò appare ingiusto che siano loro a contribuire a costruire la scala valoriale dei nostri figli e delle nostre figlie, compresi e comprese anche chi ha scelto di non avvalersi dell’ora di insegnamento della religione cattolica».

Intanto in queste settimane è in corso una raccolta firme, promossa dall'Associazione «ArticoloZero-Coordinamento per la laicità» e che vede fra i primi firmatari anche il concistoro della Chiesa valdese di Torino e il Centro culturale protestante torinese per denunciare la paradossale e discriminante situazione per cui, sempre più spesso, nelle nostre scuole pubbliche si affida a chi insegna religione cattolica l'insegnamento «trasversale» di Educazione civica, e per rilanciare il dibattito sulla laicità (elemento fondativo della nostra Costituzione) nella Scuola dando appuntamento ad un'iniziativa pubblica sul tema, il prossimo sabato 5 giugno 2021.

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