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Dio, nostra fonte di vita

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 3, 6

Il Signore era con Giuseppe, e il Signore faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva

Genesi 39, 23

Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere 

I Corinzi 3, 6

Il testo della prima lettera ai Corinzi è un bel testo per l’ecumene. Spesso si è lasciato intendere che Paolo e Apollo fossero dei concorrenti, invece a leggere bene sono dei colleghi. Ambedue si sono impegnati per l’evangelo, ognuno ha fatto il suo. Chi una cosa, chi un’altra, ma senza la benedizione di Dio, né l’uno né l’altro sarebbe andato da nessuna parte.

 

Noi condividiamo più il ragionamento che viene descritto due capitoli prima, nell’altro testo in cui appare Apollo e in cui leggiamo: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». Ognuno/a con le sue ragioni, ognuno/a che ritiene di essere superiore alle altre persone, perché – così si pensa – più vicino alla cosiddetta verità. Invece, il versetto riportato per la meditazione di oggi nel Lezionario al capitolo 3 della stessa lettera, ci mostra un bell’esempio di collaborazione. Chi si impegna in un campo, chi può dare il suo contributo in un altro modo. Ma ambedue sotto l’ombrello di quell’esperienza che è il nostro nutrimento spirituale, Dio, senza il quale non possiamo fare nulla. Possiamo piantare, possiamo annaffiare, ma senza la forza vitale di Dio, nostra fonte di vita, non si va avanti. Si può lavorare la terra, rivoltarla tante volte, ma poi non è detto che il seme cresca bene.  Cioè senza Dio, nostra fonte di vita, non possiamo fare nulla, è Lui che fa crescere, e che ci immette sulla strada per il Regno. Un segno di umiltà, altro che superiorità!

Siamo chiamati e chiamate ad avere un po’ più di fiducia nell’opera di Dio, di cui siamo collaboratori. Ci è chiesto senso di servizio, e questo fa bene anche al nostro cammino ecumenico.

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