Servire Dio
27 aprile 2021
Un giorno una parola – commento a Isaia 41, 9
Tu Israele sei il mio servo ti ho scelto e non ti ho rigettato
Isaia 41, 9
Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!
Romani 11, 1
Il profeta si trova in esilio, fra i deportati a Babilonia. L’esilio è stata la punizione, la conseguenza dei peccati del popolo. Israele teme che ormai Dio lo abbia disprezzato e respinto. Invece, il profeta annuncia la salvezza: Dio ha deciso di perdonare, il debito è assolto. Dio si servirà del persiano Ciro, che sconfiggerà i Babilonesi e concederà agli esuli il permesso di tornare in patria.
È Dio che ha scelto il piccolo popolo di Israele per farne il suo servo, e non l’ha rigettato. Ricorre qui per la prima volta nel secondo libro di Isaia, il termine “servo”, che troveremo poi nei Canti del servo. Questa parola non esprime soltanto sottomissione e obbedienza, ma anche protezione e sicurezza.
Nell’Antico Testamento, essere scelti come servi è un privilegio: il titolo viene usato per Mosè, per Davide e per i profeti.
Se vogliamo fare nostro il termine servo in riferimento alla nostra fede, è necessario che ne sentiamo la doppia valenza: da una parte protezione e certezza, dall’altra sottomissione e obbedienza. Dio ha scelto, ha chiamato ciascuno e ciascuna di noi: questo è un privilegio, ma anche una grossa responsabilità.
Siamo al suo servizio; servire Dio significa mettersi al servizio della Chiesa. Servire Dio significa prendersi cura dei deboli, dei bisognosi, di coloro che sono schiacciati dall’indifferenza o dall’ostilità. È importante questo soprattutto oggi, quando vediamo intorno a noi esuli senza prospettive, persone perseguitate a causa della loro religione, del colore della loro pelle o della loro inclinazione sessuale.
Dall’altra parte, noi sappiamo che Dio ci protegge, ci guida, ci ispira nel nostro percorso di fede. Esso non è sempre facile, anzi può essere irto di difficoltà. Ma sappiamo che possiamo rivolgerci a Lui per farci guidare, per trovare il coraggio, la forza necessari. Ce lo dice anche il versetto che segue quello che abbiamo letto: “Non temere, perché io sono con te”.