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Il figlio di Dio

Un giorno una parola – commento a II Pietro 1, 17

Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle
Isaia 9, 5

Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto» 
II Pietro 1, 17

Le parole del profeta Isaia lasciano intravedere una grande gioia, come quella di una madre o di un padre per l’arrivo di un figlio. A questi genitori gli occhi brillano di contentezza, come a Isaia, perché prefigurano un grande futuro per il bambino che viene al mondo. La loro mente non viene sfiorata da alcuna ombra, da alcun pensiero che la vita del figlio possa essere ostacolata, colpita da avversità, avvelenata dal maligno. È così che la loro gioia è completa, dirompente.

Più avanti l’autore della seconda epistola di Pietro farà eco al profeta Isaia e lo seguirà nella sua gioia. Per Isaia il bambino sarà portatore di “dominio”, cioè di potenza, di autorità e Pietro scriverà che sarà investito di onore e di gloria da Dio Padre stesso. Sarà il figlio in cui Dio poserà il suo affetto, il suo amore, la sua benedizione. Il quadro così viene arricchito di luce con colori smaglianti.

Alla presentazione al tempio, come avviene nelle chiese battiste ma non solo, invochiamo la benedizione di Dio sulle piccole creature. Genitori e comunità pregano assieme e già intravedono le benedizioni, la protezione e la guida che Dio vorrà accordare alla creaturina. Nella preghiera fiduciosa a Dio scompaiono le ombre e i timori. La preghiera diventa confessione di fiducia e fonte di gioia.

Il figlio, possiamo dirlo, andrà incontro ad avversità, come avvenne a Gesù. Egli era il figlio a cui alludeva Isaia, che è lo stesso di cui parla la seconda Pietro. Tuttavia, accompagnato dalla mano benevola di Dio, niente e nessuno sconfiggerà l’opera del figlio di Dio e niente e nessuno sconfiggerà i figli che vivono nell’amore di Gesù (Rom. 8, 37).

Immagine: Cristo Pantocratore, affresco nella Cattedrale di Monreale (Palermo)

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