Essere testimoni oggi della resurrezione di Cristo
18 marzo 2021
Un giorno una parola – commento a II Corinzi 3, 5
Il cuore dell’uomo medita la sua via, ma il Signore dirige i suoi passi
Proverbi 16, 9
Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio
II Corinzi 3, 5
L’apostolo Paolo deve, di tempo in tempo, difendersi dall’accusa di non avere autorità nel predicare l’Evangelo e deve dimostrare di essere invece idoneo per tale ministero. Chi garantisce per Paolo, quali lettere di raccomandazione egli può produrre per rendere finalmente chiusa ogni disputa? Paolo, persecutore dei primi cristiani, Paolo che distrugge i grandi precetti della legge di Mosè, Paolo che innalza se stesso senza aver mai conosciuto Gesù: quali sono le sue prove scritte che gli possono dare autorità?
La risposta dell’apostolo è molto semplice: egli non presenta alcuna lettera perché è la comunità stessa di Corinto l’unica vera raccomandazione a far sì che la sua predicazione sia accolta come autorevole. A differenza delle lettere portate dai suoi oppositori, le sue sono scritte dallo Spirito Santo sui cuori umani. Paolo conosce quei cristiani e afferma che è il Signore Gesù l’autore delle sue credenziali di apostolo.
Il dibattito a Corinto ci permette di riflettere riguardo ad una questione molto importante per la chiesa di oggi: la capacità di essere testimoni della resurrezione del Signore Gesù, la capacità di operare per la pace e la giustizia, la capacità di rendere possibile riconciliazione e speranza di libertà in un mondo di violenza. Tale capacità viene dal dono quotidiano del Signore che spande sui molti il suo Spirito santo. Non saremo testimoni perché colti o istruiti, ma testimoni fedeli perché Cristo è vivente in noi!