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Piana di Gioia Tauro, le proposte di Mediterranean Hope al prefetto di Reggio Calabria

Martedì un incontro tra istituzioni, società civile, sindacati, dopo gli incidenti di cui sono stati vittime diversi braccianti, lungo le strade nella zona di Rosarno

Politiche strutturali per rendere più sicure le strade e i tragitti dei lavoratori braccianti e una simbolica “tassa umanitaria” per la grande distribuzione, da reinvestire per un’accoglienza dignitosa dei migranti.

Sono queste, in sintesi, le ultime due proposte lanciate da Mediterranean Hope, programma migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, per la Piana di Gioia Tauro e il territorio di Rosarno, nel quale il progetto è attivo da oltre un anno e mezzo.

Si è svolto martedì 12 gennaio, convocato dalla Prefettura, un incontro con le parti sociali, tra le quali appunto Mh, e istituzioni locali per affrontare la difficile situazione di tensione creatasi nella Piana dopo la morte di Gora Gassama (immigrato maliano di 34 anni, travolto da un’auto pirata sulla strada tra Gioia Tauro e San Ferdinando, lo scorso dicembre, ndr) e di vari incidenti stradali accorsi ai braccianti.
Per quanto riguarda la sicurezza nelle strade, «abbiamo già dimostrato che si può intervenire rapidamente ed è quello che stiamo già facendo», spiega Francesco Piobbichi, operatore sociale di Mediterranean Hope a Rosarno. «Stiamo infatti distribuendo lucine per le bici, pettorine, fascette catarifrangenti e materiali utili ai migranti per essere più chiaramente visibili quando si muovono in bici per andare e tornare dai campi. E continueremo a farlo, nell’ambito del progetto “Luci su Rosarno”, al quale partecipiamo insieme a Sos Rosarno e altre realtà ed associazioni attive nella zona. E’ chiaro che bisogna però investire sull’illuminazione delle strade e sul trasporto pubblico, in modo che ad esempio le bici possano essere caricate sui bus. Interventi che spettano all’amministrazione pubblica, ovviamente, e non a noi chiese protestanti o alla società civile».

Di qui l’appello a un maggiore coinvolgimento anche delle imprese.

«Occorre superare la cultura dell’emergenza, per questo chiediamo che le politiche dell’accoglienza non gravino solo sulla fiscalità generale ma anche sulle imprese», continua Piobbichi. La proposta, volutamente provocatoria, di Mh è quella di «una tassa umanitaria di un centesimo al chilo, una “tassa di filiera” per la grande distribuzione del mercato agrumicolo, da devolvere ai comuni della zona per costruire percorsi di accoglienza dignitosi. E offrire ai braccianti servizi che ad oggi non esistono».

Presenti all’incontro vari sindacati. L’Unione Sindacale di Base ha sottolineato oggi in una nota che «senza interventi strutturali sull’inserimento abitativo, senza un sistema di trasporto pubblico efficiente, senza controlli sullo sfruttamento e sulla piaga del lavoro grigio, la condizione di tensione avuta in questi giorni può ripetersi in ogni momento e non si potrà dire che non fosse prevedibile».

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