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Il dono della grazia

Un giorno una parola – commento a Ebrei 13, 9

Il Signore dice: «Oh, avessero sempre un simile cuore da temermi e da osservare tutti i miei comandamenti, affinché venga del bene a loro e ai loro figli per sempre!»
Deuteronomio 5, 29

È bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia
Ebrei 13, 9

Viviamo in un mondo che segue varie mode inerenti la cura, spesso maniacale, del proprio corpo (interventi chirurgici, SPA, diete particolari, ecc.) per migliorarne in qualche modo l’aspetto fisico. Assistiamo anche alla presenza di correnti spirituali, a volte anche strettamente collegate a modi di vita attenti alla fisicità del corpo. Per quanto, il più delle volte, tali modi di vivere la propria spiri-tualità attingono a credenze di tipo magico-popolari (ex voto, imporsi di camminare ginocchioni per decine e decine di metri per “impetrare” una “grazia”, che sarebbe meglio definire “richiesta” o “ex voto”, ecc.) a strani sincretismi religiosi (fiducia negli oroscopi e nei miracolismi di alcuni santi e fede contestuale nell’unico Dio del Cristo Salvatore) oppure a modi di vivere nella più completa indifferenza rispetto alla sfera della spiritualità o lasciarsi condurre dal secolarismo ricorrente.

Ebbene a tutti costoro, ma anche a coloro che si dicono fedeli alla vocazione evangelica, si rivolge la parola dell’autore della Lettera agli Ebrei: “È bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia”. La tentazione di lasciarsi vincere dal desiderio di seguire certe mode attente alla cura del fisico o della propria spiritualità è sempre presente, allettante, ma sovente fuorviante. Eppure, se ognuno ed ognuna di noi fa un po’ mente locale sul dono della Grazia ricevuto quando ancora si trovava in stato di peccato, non può fare a meno di convenire sulla grandezza del dono. Non una grazia a buon mercato, dunque, ma, come dice il teologo Bonhoeffer, pagata “a caro prezzo” ovvero con il sangue di Cristo. Una grazia immeritata, pagata da un uomo che ha preso su di sé tutte le colpe dell’umanità per dare in cambio una giustizia che consente a tutti coloro che abbracciano questa dottrina con fiducia di ripristinare il rapporto spezzato con Dio e di essere considerati addirittura suoi figli e figlie. 

Dunque, cari fratelli e sorelle, restiamo saldi in questa grazia che ci è stata donata, perché è una grazia che redime e rinnova la nostra vita, che la predispone all’amore di Dio e del prossimo. Rendiamo grazie e lode a Dio, perché da soli non saremmo mai riusciti a guadagnarcela con i nostri meriti. 

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