Dio viene per incontrarci
22 dicembre 2020
Un giorno una parola – commento a Apocalisse 1, 8
Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine
Salmo 102, 27
«Io sono l’alfa e l’omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente»
Apocalisse 1, 8
L’alfabeto contiene delle lettere che possono essere aggregate in combinazioni infinite. In greco alfa e omega sono la prima e l’ultima lettera e racchiudono l’insieme. Dio dice: voi potete combinare in molti modi la realtà, ma io sono sia l’inizio sia l’arrivo; in ogni momento sono colui che vi permette di combinare la realtà in modo sensato. Sono presente oggi, sono presente anche in ciò che voi considerate passato. È naturale per noi concludere che colui che è, che era, è anche colui che sarà. Ma Dio non dice che sarà, dice che viene. Il «sarà» nel futuro potrebbe anche non riguardarci. Se dice che viene, vuol dire che prepara un incontro fatto per coinvolgerci. Usa la sua onnipotenza non in modo arbitrario, ma per portare a compimento le sue promesse.
Siamo all’inizio di una serie di avvenimenti pieni di sofferenze di vario tipo, ma il cui senso è chiaro. L’Apocalisse li rivela per rincuorare e preparare i e le credenti alla resistenza; infatti attraverso quegli avvenimenti, che possono incutere terrore, si disvela la portata vittoriosa della croce di Cristo, fino a giungere al mondo interamente rinnovato, ai nuovi cieli e nuova terra in cui Dio abita fra gli esseri umani insieme a Lui, il primogenito di molte sorelle e fratelli, permeate e rese viventi dallo Spirito.
Con il male quindi non si patteggia né si convive; nel futuro non ce lo ritroveremo davanti, ineliminabile, perché la sua potenza sarà dissolta da colui che viene, l’Onnipotente.