Dio, il dispensatore di sogni che muovono i popoli
09 dicembre 2020
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 8, 7
Il Signore, il tuo Dio, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti
Deuteronomio 8, 7
Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le altre cose con lui?
Romani 8, 32
La terra promessa descritta da Mosè nel Deuteronomio, appare come un El Dorado, un nuovo giardino dell’Eden. E nel corso dei secoli l’immaginario di altri popoli si è nutrito alle fonti di quella visione. Lo fecero i padri pellegrini che sbarcarono in America, ma lo fecero sempre gli emigranti nell’espatriare in luoghi, spesso mitizzati, dove realizzare le aspirazioni a una vita migliore. Il condottiero-liberatore, l’uomo balbuziente che aveva condotto il popolo lungo il deserto, nel lasciarlo al suo destino, prima di salire sul monte Nebo, dirimpetto a Gerico, prima di cedere il testimone a Giosuè, rinfresca la memoria alla generazione dei figli e dei nipoti degli ex schiavi d’Egitto. Nella terra arida del deserto evocare immagini “di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti” è come creare la suggestione di un miraggio. La descrizione continua con la garanzia di una condizione stabile e appagante, “dove non ti mancherà nulla”. Si rivolge a chi non ha vissuto sulla pelle le tribolazioni dell’esodo, le paure di non avere di che sfamarsi, la frattura drammatica del vitello d’oro, le ribellioni, le incertezze. Si rivolge a chi nel deserto è cresciuto, ha trascorso l’infanzia. È un’iniezione di rinnovata speranza quella di Mosè, indispensabile per non restare prigionieri del passato e costruire un futuro che non ha altra memoria se non la presenza costante di Dio nei cambiamenti della storia. Chi altro se non il Signore può parlare, attraverso il suo profeta amico, di acqua quando tutt’intorno dominano pianure brulle, di vegetazioni rigogliose e vigne e fichi quando non c’è altro cibo della manna. È Lui il dispensatore di sogni, di utopie che muovono i popoli. Di cui i giovani hanno ora più che mai bisogno.