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Dio non permette che diventiamo preda del mondo che ci circonda

Un giorno una parola – commento a Zaccaria 2, 8

È per rivendicare la sua gloria che il Signore mi ha mandato verso le nazioni che hanno fatto di voi la loro preda; perché chi tocca voi, tocca la pupilla dell’occhio suo 
Zaccaria 2, 8

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica 
Romani 8, 33

Spesso senza accorgercene, la nostra vita scivola via attraverso il tempo e le stagioni, percorre sentieri diritti ma anche tortuosi, naviga in mari calmi ma pure tempestosi. 

Spesso senza accorgersene viviamo come esseri “programmati”, intenti a realizzare, gestire, organizzare, senza pensare se questo è davvero quello che desideriamo o se questo è ciò che è giusto fare. 

Tra le tante cose “programmate” ci sono anche i nostri tempi e impegni con Dio. Spesso nelle mie chiacchierate ed incontri pastorali mi sento ripetere quanto sia grande la difficoltà di ritagliarsi un po’ di tempo per l’impegno nella chiesa, tanto che anche il culto domenicale ormai per molti persone assume l’aspetto di un atto formale come tanti altri, al punto da poter essere per così dire “scavalcato” da qualcosa di più urgente. 

In un certo senso, siamo diventati preda del mondo che ci circonda, fatto delle cose che ci piacciono e di quelle che non ci piacciono ma che dobbiamo fare. Siamo diventati preda della nostra stessa ansia di fare, anche se il nostro fare dimentica in maniera inesorabile il nostro essere figli di Dio. La parola del profeta ci costringe a fermare oggi il nostro agire e a dedicare un attimo del nostro tempo inquieto per riflettere sulla nostra esistenza. Dio non permette a niente e a nessuno di trasformare le sue creature in “preda”: non c’è nemico che ci possa far suo perché la sua Parola ci è mandata per “rivendicare la sua gloria”. Dio non permetterà a niente e nessuno di separarci dal suo amore perché chi tocca noi, “tocca la pupilla dell’occhio suo”. Amen!

 

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