Le sofferenze vanno combattute
27 novembre 2020
Un giorno una parola – commento a Giacomo 1, 3
Signore, ti sta davanti ogni mio desiderio, i miei gemiti non ti sono nascosti
Salmo 38, 9
Sapendo che la prova della vostra fede produce costanza
Giacomo 1, 3
La frase da cui son tratte queste parole suona: «Fratelli miei, considerate un grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti». C’è un parallelo in Romani 5, 3-4: «... ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza».
Le difficoltà – non quelle generiche della vita – ma quelle che il credente incontra a motivo della fede, sono positive per la Scrittura, perché generano pazienza, costanza, esperienza, che sfociano nella speranza che porta alla completezza, dono di Dio.
Nei “Fioretti” di S. Francesco, questi sostiene che la “perfetta letizia” consiste nell’essere maltrattati ingiustamente e bastonati.
C’è un filone che risale al cristianesimo primitivo che esalta la sofferenza. Secondo Atti 5, 41 gli apostoli, arrestati e malmenati dal Sinedrio «se ne andarono, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù». Nelle generazioni successive i cristiani spesso cercavano la persecuzione, fino alla morte, pensando così di riunirsi subito al Cristo risorto. Come Ignazio, vescovo di Antiochia, che portato a Roma nel 107 per essere giustiziato, scrive ai cristiani di Roma: «Lasciatemi essere cibo per le fiere, grazie alle quali potrò conseguire Dio. Io sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere, per diventare puro pane di Cristo».
Oggi questo è un atteggiamento che non accettiamo, ci pare una inutile forma di masochismo. Già è equivoco esaltare la funzione pedagogica della sofferenza. Ma addirittura gioirne! Le avversità – non solo nel campo della fede – possono rafforzare il carattere, ma è inaccettabile la deformazione per cui le proprie sofferenze vengono offerte a Dio e diventano meriti per acquisire la salvezza.
Le difficoltà e le sofferenze vanno combattute ovunque è possibile.