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Il «Manifesto» della gioventù

«Il futuro che vogliamo». Unicef Italia pubblica i risultati di un Rapporto nel quale i giovani raccontano se stessi e delineano un possibile futuro post-covid nell’era digitale

In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre) l’Unicef Italia lancia un nuovo Rapporto: «The Future We Want - Essere adolescenti ai tempi del COVID-19», nato per far comprendere quanto l’emergenza sanitaria sia pervasiva nella vita degli adolescenti italiani.

«Il Rapporto nasce con l’intento di far emergere quanto l’emergenza sanitaria influisca sul benessere degli adolescenti - dice a Riforma.it il portavoce dell’Unicef Italia, Andrea Iacomini. I dati emersi, elaborati e oggi resi disponibili al pubblico sono un vero e proprio “Manifesto” dei giovani per i giovani. Pensate - prosegue Iacomini - quanto i “Manifesti” nati nel tempo abbiano cambiato corsi e ricorsi storici, condizionato e prodotto mutamenti di intere epoche.

Oggi - prosegue Iacomini - il Rapporto dell’Unicef, di fatto, è un nuovo “Manifesto” della gioventù, un “dazebao” nel quale i giovani si raccontano, si presentano, si ritraggono, nel quale esprimono i loro desideri e denunciano le loro paure; soprattutto dove chiedono alle istituzioni di poter entrare a pieno titolo nello “spazio pubblico” e decisionale.   

I giovani - prosegue - pretendono il ritorno a una “nuova” normalità. “Nuova”, perché sono consapevoli del fatto che il mondo è cambiato, che non sarà più quello di prima. Dunque, propongono la loro visione del futuro e indicano, a noi tutti, nuove vie da percorrere. Un “Manifesto”, attraverso il quale ricordano che se non saranno ascoltati la loro maturità non potrà essere considerata una vera maturità. I giovani, ne siamo certi, saranno in grado di far ripartire il mondo con strategie diverse da quelle che, noi adulti, abbiamo sempre pensato fossero le uniche percorribili», ha concluso Iacomini.

L’emergenza Covid ha indubbiamente fatto accelerare la corsa al digitale, generando nuovi limiti (come le disuguaglianze sociali legate alle diverse possibilità di accesso alla tecnologia digitale e alla rete) e anche nuove opportunità straordinarie.

Per i migranti e i rifugiati, ad esempio, afferma il Rapporto, l’accesso a Internet, wi-fi gratuito a dispositivi digitali, ha avuto un forte potenziale, «facilitando ad esempio il percorso migratorio, proteggendo molti giovani da rischi e pericoli durante i loro viaggi e una volta giunti nel Paese di destinazione».

Per i giovani costretti a casa in tempo di lockdown la rete ha garantito che potessero proseguire le relazioni sociali vis a vis anche se (da remoto), a distanza.

In tema di percezioni e di esperienze, sempre durante il lockdown quasi la metà degli adolescenti ha detto che «il digitale li ha uniti, perché senza il digitale avrebbero vissuto un vero isolamento», tuttavia 1 su 3 ha espresso alcuni dubbi sulla dimensione virtuale e 1 su 5 ha dichiarato che il digitale li ha divisi: «non tutti hanno avuto le stesse possibilità di accedere alle tecnologie e alla connessione. E in certe zone questo fatto ha aumentato le disuguaglianze esistenti».

Covid a parte, i dati pubblicati nel sondaggio Unicef  (realizzato sulla base delle risposte di oltre 2.000 giovani tra i 15 e i 19 anni che vivono in Italia) affermano che gli adolescenti, mediamente, si ritengono soddisfatti della propria vita con un valore di 6,5 su una scala da 1 a 10. In tema di benessere economico il dato si colloca poco sopra 6 su 10.

Sotto la sufficienza (e qui si riaffaccia il Covid), la salute ( co un 5,9 e nella cui valutazione sicuramente ha pesato la percezione d’insicurezza e fragilità legata alla pandemia.

L’ambiente in cui gli adolescenti vivono è l’aspetto più soddisfacente, valutato con un 8,1.

Un adolescente su tre, poi, afferma che le relazioni con familiari e conviventi (sempre durante il lockdown) sono migliorate; mentre il 16%, riferisce di un peggioramento nei rapporti familiari.

Emerge un dato allarmante.

Il 64% degli adolescenti (con una significativa differenza tra il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi) ritiene che la casa o la struttura in cui vive non sia sempre e comunque un luogo sicuro.

In tema di sanità: il 65% degli adolescenti ritiene che un sistema sanitario pubblico (gratuito e accessibile a tutti) sia un fattore indispensabile per mantenere, e in modo adeguato, lo stato di salute nazionale.

Per quasi il 40%, i fattori ambientali agiscono sulle cause delle epidemie e dunque sono da tenere in stretta considerazione per la salute pubblica.

Metà degli adolescenti intervistati ritiene che sia prioritario che la scuola si adoperi per promuovere una corretta alimentazione indicando di stili di vita più sani.

L’87% si augura una diminuzione dell’inquinamento e una riduzione dei consumi come comportamenti virtuosi da mantenere anche dopo l’emergenza

Altro dato che induce a una riflessione: un terzo dei ragazzi esprime il desiderio di una maggiore disponibilità di reti di ascolto e di supporto psicologico.  

Per quanto riguarda la didattica a distanza il 60% degli studenti non ha riscontrato difficoltà con la digitalizzazione. L’altro 40 %, sì.

La maggioranza degli studenti ritiene che la Dad (didattica a distanza) sia causa di forme di stress.

Tra le buone pratiche segnalate e apprezzate dai giovani e messe in atto per adeguarsi all’emergenza Covid-19: la maggiore flessibilità degli orari e la partecipazione alla definizione del calendario scolastico con gli insegnanti (58%); le lezioni di recupero per chi si è trovato in difficoltà (37%); l’utilizzo di materiale didattico online come integrazione ai libri di testo.

Tuttavia, solo un adolescente su 4 vorrebbe mantenere alcune sessioni di didattica a distanza.

Per aiutare gli studenti in difficoltà economiche un terzo degli studenti chiede che siano messe a disposizione più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura.

L’Unicef Italia con questo Rapporto chiede al governo Italiano un quadro normativo e politico più attento ai bisogni di ragazze e ragazzi e maggiori investimenti nelle aree rilevate.

ll Rapporto è stato presentato oggi (insieme a tre dei ragazzi che hanno collaborato alla ricerca) nel corso dell’evento Le sfide della pandemia per l’infanzia e l’adolescenza promosso dal Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

Domani (Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza) una delegazione dell’Unicef Italia composta da bambini e ragazzi, accompagnata dalla Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, la  senatrice Stefania Pucciarelli, presenterà il Rapporto alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

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