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Prigionieri della legge del peccato

Un giorno una parola – commento a Romani 7, 22-23 

Si converta ciascuno di voi dalla sua cattiva via e dalla malvagità delle sue azioni
Geremia 25, 5

Paolo scrive: «Io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l’uomo interiore, ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato»
Romani 7, 22-23 

Avevo fame e hai organizzato una tavola rotonda per discutere sulla mia fame,/ Ero nudo e nella tua mente hai giudicato la moralità del mio aspetto,/ Ero malato e tu ti sei inginocchiato e hai ringraziato Dio per la tua salute,/ Ero senza casa e solo, e tu mi hai predicato del rifugio spirituale dell'amore di Dio,/ Sembri così santo, così vicino a Dio/ Ma sono ancora molto affamato, solo, malato, infreddolito e in strada.

Queste potrebbero essere le parole di tante persone disagiate, emarginate, sofferenti nel mondo. Parole che trasudano amarezza, delusione e infelicità. Una situazione esistenziale precaria che, anche balzando agli occhi di coloro che si compiacciono della legge di Dio, rimane la stessa. E così, dinanzi a tanti sconosciuti bisognosi, molti di coloro che sono prigionieri della legge del peccato o li ignorano o si limitano a predicare loro l’amore di Dio con belle parole, che però non sono accompagnate dai fatti.

Tutti/e coloro che si compiacciono della legge d’amore di Dio intraprendono con diligenza e coraggio la strada della nuova vita dopo la propria conversione. Il loro comportamento può essere il riflesso dello splendore di Dio, della sua grazia e della salvezza in Gesù Cristo. Ma spesso il fiume del tempo della nostra vita terrena viaggia veloce e il canyon delle nostre opportunità mancate di fare del bene diventa sempre più profondo. 

Quando permettiamo alle catene del peccato di renderci suoi prigionieri/e? Tutto inizia quando pur comprendendo cosa è il bene, non lo facciamo. Prendiamoci, dunque, un momento di pausa, fermiamoci, e riflettiamo su come impegnare il nostro tempo da ora in poi, considerando che Chi sa fare il bene e non lo fa, commette peccato (Giacomo 1, 17)

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