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Dio, creatore dell’universo e delle creature

Un giorno una parola – commento a Apocalisse 4, 11

Lodatelo, sole e luna; lodatelo voi tutte, stelle lucenti! Tutte queste cose lodino il nome del Signore, perch’egli comandò, e furono create
Salmo 148, 3; 5

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose e per tua volontà furono create ed esistono
Apocalisse 4, 11

Entrambi i passi esprimono la lode a Dio Creatore. In particolare, nel passo di Apocalisse il veggente Giovanni mette le parole di lode in bocca a quattro esseri viventi: un leone, un vitello, un uomo e un’aquila. Essi rappresentano l’apice della creazione e sono messi tutti e quattro sullo stesso piano: l’uomo non è posto su un gradino superiore. Tutti innalzano un coro di lode a Dio come creatore di tutto ciò che esiste; e proprio in quanto creatore è degno di ricevere gloria e onore; è degno che venga riconosciuta la sua potenza. 

Quindi per Dio, creatore amorevole dell’universo e delle creature, tutti gli esseri viventi hanno la stessa importanza. 

Talvolta diamo per scontato il fatto che Dio è il creatore dell’universo, il fatto che tutte le cose furono create per sua volontà ed esistono per sua volontà. Noi, invece, tendiamo a dimenticarcene e viviamo come se il mondo in cui viviamo ci appartenesse. E invece noi siamo qui solo di passaggio, come “stranieri e ospiti”. In più, questo capitolo dell’Apocalisse pone l’uomo alla stessa altezza degli uccelli, degli animali domestici e delle fiere: ma noi ci sentiamo superiori, e consideriamo il mondo e le sue creature come nostra proprietà privata, di cui poter disporre a piacimento.

Ma se l’universo tutto, e la terra in particolare, sono create e tenute in esistenza per volontà di Dio, allora è necessario portare verso la creazione il rispetto dovuto a qualcosa che non possediamo, ma che ci è stata concessa in usufrutto. Altrimenti come possiamo rendere gloria ed onore a Dio, come riconosciamo la sua potenza se non rispettiamo ed amiamo ciò che appartiene a Lui?

Una maggiore consapevolezza della nostra responsabilità, specialmente in un periodo in cui soffriamo le conseguenze di ciò che abbiamo fatto della creazione, è ormai indispensabile se vogliamo veramente considerarci dei seguaci di Cristo. Non limitandoci soltanto a belle parole, ma impegnandoci seriamente sia come privati cittadini che come comunità di fede.

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