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Torino, rinviato al 2021 l'incontro di fine anno di Taizé

A causa della pandemia rinviato il consueto appuntamento ecumenico dei giovani cristiani provenienti da tutta Europa

A Breslavia, nel corso dell'ultimo capodanno, erano quindicimila i giovani giunti da tutta Europa per l'oramai consolidato appuntamento di preghiera e comunione organizzato dalla Comunità di Taizé (il 42° della serie), punto di riferimento ecumenico da ottant'anni per le nuove generazioni di credenti del vecchio continente. 

In quell'occasione il priore frère Aloise aveva annunciato che sarebbe stata Torino a ospitare l'edizione 2020: una grande occasione per la città e per le comunità cristiane presenti nel nostro Paese. Ma la pandemia ha obbligato a rivedere i piani e ora giunge la notizia del rinvio di un anno dell'incontro di preghiera e riflessioni. Sarebbe stata la prima volta per il capoluogo piemontese, la settima per l'Italia , con l'organizzazione di Roma negli anni 1980, 1982, 1987 e 2012 e Milano nel 1998 e nel 2005. 

 

Taizé è una comunità cristiana monastica ecumenica internazionale fondata nel 1940 da Roger Schutz – conosciuto come frère Roger (fratello Roger) e ha la sua sede nel piccolo centro di Taizé, in Francia (180 abitanti situato nel dipartimento della Saona e Loira, nella regione della Borgogna).

Roger Schutz (il fondatore) nel 1940, allora giovane (figlio di un pastore protestante svizzero e studente di teologia), decide di lasciare la Svizzera in bicicletta per recarsi in Francia (terra di origine della nonna paterna) e raggiunge Taizé, piccola località consona ai suoi desideri dove fonda la comunità nella quale da subito accoglie profughi di guerra, soprattutto ebrei. Per il suo impegno è denunciato alla Gestapo, ma questo non ferma il suo progetto: fondare una comunità ecumenica «per aprire nuove strade di dialogo e di unione per tutti i cristiani». 

Il 16 agosto del 2005 è segnato però dalla tragedia, durante la preghiera pubblica serale frère Roger viene aggredito e ucciso a coltellate da una squilibrata. 

Circa dodicimila persone partecipano alla cerimonia funebre del 23 agosto 2005. 

Il funerale, con rito cattolico, fu presieduto dal cardinale Walter Kasper, allora presidente (oggi emerito) del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, nella chiesa della Riconciliazione a Taizé. 

Da allora la comunità è guidata dal priore Alois Löser, frère Alois, (Nördlingen, 11 giugno 1954) monaco tedesco con cittadinanza francese. A differenza del suo predecessore che era calvinista, frère Alois è cattolico. 

In occasione delle celebrazioni per i settant’anni della Comunità l'allora segretario generale della Comunione mondiale delle Chiese riformate, Setri Nyomi affermava: «La Comunione mondiale delle Chiese riformate si rallegra con la comunità di Taizé in questo momento così importante. Ringraziamo Dio per la vita di frère Roger e per la sua intuizione che continua ad essere viva. La sua intuizione continua a rinnovare tante persone nel mondo d’oggi – giovani e meno giovani. Ed è un bene che la commemorazione della sua brutale scomparsa da questo mondo abbia luogo contemporaneamente all’anniversario dei settanta anni della fondazione della comunità di Taizé.

Ciò mostra bene l’intuizione che Dio gli ha dato e che è stata sostenuta dai numerosi fratelli della comunità, continua ad essere viva. Ci felicitiamo con voi per questo settantesimo anniversario. In particolare celebriamo l’impatto che la comunità di Taizé ha su centinaia di migliaia di giovani in ogni parte del mondo. Taizé conosce ciò che è vicino al cuore di nostro Signore Gesù Cristo: l’importanza delle giovani generazioni. Preghiamo affinché, celebrando 70 anni di vita e di positivo influsso, possiate vivere altri settanta anni ed ancor più, di radiosità continua nel nostro mondo spezzato. Che Dio rinnovi ogni componente della comunità ed ogni giovane che con essa viene in contatto, e vi protegga fedeli come fonte di rinnovamento nel mondo. A nome della Comunione mondiale delle Chiese Riformate – concludeva Nyomi –, mi felicito con voi e vi auguro la benedizione di Dio».

 
 

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