“I sommersi e i salvati”, Valenzi (Fcei): «Ripartire dal diritto»
28 luglio 2020
Ieri a Roma il presidio al quale ha aderito anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, insieme a decine di realtà che si occupano di diritti
«Nella storia e nella vita talvolta pare di discernere una legge feroce, che suona “a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto"». Con questa citazione biblica, tratta dal saggio “I sommersi e i salvati” di Primo Levi ha iniziato il suo intervento all’omonima mobilitazione Ilaria Valenzi, responsabile legale della Fcei, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Si è svolto infatti ieri, lunedì 27 luglio, nel tardo pomeriggio, a Roma, in piazza San Silvestro, a pochi passi da Largo Chigi e dalla Camera dei Deputati, il presidio “I sommersi e i salvati” al quale ha aderito anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.Al presidio, promosso da Luigi Manconi e dall’associazione A buon diritto, hanno preso parte decine di cittadini, politici ed attivisti, esponenti delle realtà che si occupano di diritti e migranti, da Medici senza frontiere alle Ong impegnate nel salvataggio in mare, come Sea Watch e Open Arms.
Al centro della manifestazione tre punti: lo stop al finanziamento della cosiddetta guardia costiera libica, chiudere ed evacuare i centri di detenzione trasferendo i migranti fuori dalla Libia ed infine promuovere corridoi umanitari.
Proprio di corridoi umanitari, il progetto che dal 2016 la Federazione delle chiese evangeliche in Italia conduce con Tavola Valdese e S.Egidio, ha parlato Ilaria Valenzi, nel suo intervento dal palco del presidio.
«L’esperienza che le chiese protestanti hanno messo in atto – ha dichiarato – dimostra che è possibile garantire alle persone in fuga di trovare protezione senza mettere a repentaglio la propria vita, in dignità, in sicurezza. Lo facciamo proponendo azioni concrete che nel diritto hanno il loro fondamento, con strumenti che esistono e che bisogna avere il coraggio di attivare. Abbiamo dimostrato che è possibile farlo, chiediamo che a farlo sia lo Stato, e non solo per qualche migliaia di persone, ma per tutte le persone che sono nel bisogno, proprio con quei fondi che hanno rifinanziato un progetto di annullamento della speranza».
Il riferimento è alla Libia, ai lager libici che l’Italia e l’Europa continuano ad avallare. Per superarli, da mesi le chiese protestanti italiane chiedono a governo e parlamento che il nostro paese «si faccia promotore insieme ad altri stati europei – ha continuato l’avvocato Valenzi – di un’operazione umanitaria per il trasferimento e il reinsediamento delle persone evacuate dai centri di detenzione libici».
Su Radio Radicale, a questo link, la registrazione di tutto l’evento.