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Solidarietà e vicinanza a Nello Scavo

La redazione di Riforma è al fianco del giornalista di Avvenire nuovamente minacciato per le sue inchieste giornalistiche

«Il lavoro che da mesi, ormai, sta portando avanti Nello Scavosulle pagine di Avvenire ha un’importanza che spesso, in Italia, viene sottovalutata. Nelle sue inchieste - ricorda il sito giornalettismo.com - , infatti, Scavo mette in evidenza la responsabilità dei governi – nel triangolo Malta, Libia e Italia – in merito a quello che sta succedendo nel Mediterraneo: come reagiscono i vari stati ai naufragi, come avvengono le comunicazioni, come – spesso – alcuni alti funzionari arrivino a parlare direttamente con gli scafisti (qualche mese fa, svelò come Bija arrivò a parlare con funzionari del Viminale). Nelle ultime ore, ci sono state minacce a Nello Scavo da parte di un ex funzionario del governo maltese, praticamente nel silenzio generale».

Lo scorso 5 novembre la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e Articolo21, avevano espresso la loro solidarietà a Nello Scavo e all’intera redazione di Avvenire.

Solidarietà e vicinanza anche al direttore Marco Tarquinio e alla collega freelance Nancy Porsia, anch’essa minacciata, una vicinanza corale che giunse immediata anche dal Servizio Stampa (Agenzia Nev) Radio (Culto evangelico Rai radio Uno) e Televisione (rubrica Protestantesimo Rai 2) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che si era riunito proprio quel giorno per il Comitato di redazione insieme al Settimanale e quotidiano online Riforma e a Radio Beckwith evangelica.

L’inchiesta di Scavo, infatti, aveva svelato quanto le autorità italiane avessero interagito con personaggi libici sospettati di essere trafficanti di esseri umani. 

La notizia, intuibile, ma mai sino ad allora dimostrata, emerse grazie al lavoro d’inchiesta che Scavo pubblicò facendo emergere i dettagli del viaggio in Italia di Abdul Rhaman Milad, detto Bija, un ufficiale della Guardia Costiera della zona di Zawyia, nell’Ovest della Libia.

Un viaggio che portò (invitato ufficialmente) Bija al Viminale. 

Per aver pubblicato quella notizia il giornalista di Avenire fu minacciato seriamente, tanto da indurre il Viminale a fornirgli una scorta.

Anche oggi la solidarietà corre sul web. 

La scrittrice e conduttrice radiofonica Michela Murgia afferma: «Un ex dirigente della presidenza del Consiglio di malta indirizza minacce al giornalista Nello Scavo se non smette di fare il suo lavoro d’inchiesta» e lo fa dopo che lo stesso giornalista ha ripubblica il post incriminato con le minacce ricevute e nelle quali si legge «l’augurio» di poterlo presto raggiungere per «fargli pagare» l’interesse dimostrato nelle inchieste. 

«Pare che a Malta ci sia gente dalla minaccia facile - scrive Scavo sula sua pagina twitter -. Per fortuna Malta non è questa gente».

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia scrive: «Se non fosse chiaro, un ex dirigente della presidenza del Consiglio di Malta (Stato membro dell’Unione europea) indirizza minacce con metodi tipici di una banda di criminali al giornalista Scavo».

Il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Giuseppe Giulietti ricorda che «Il governo maltese e i suoi funzionari, invece di minacciare Nello Scavo, potrebbero raccontare tutto quello che sanno su Daphne Caruana Galizia».

Tanti, dunque, gli attestati di solidarietà al giornalista e alla redazione di Avvenire, ai quali si aggiungono ovviamente e anche questa volta con forza quelli della stampa evangelica e di Riforma, per citarne solo alcuni: Mauro BianiAndrea PurgatoriMassimiliano CocciaFrancesca MannocchiCarlotta SamiCecilia Strada, e quello di Open Arms, (ong con la quale la Federazione delle chiese evangeliche in Italia nel 2018 aveva attivato un partenariato), che dice «Nello Scavo grazie per il lavoro puntuale, per il racconto vero, grazie per essere al nostro fianco denunciando da anni le morti e le violazioni continue dei diritti».

 

«Neville Galà è stato per anni uno stretto collaboratore del governo maltese. In queste ore è tornato alla ribalta per le minacce contro Nello Scavo, rigoroso cronista di Avvenire, che, con le sue inchieste, ha svelato e continua a svelare illeciti, truffe crudeltà nella gestione dei migranti e dei respingimenti, a Malta e non solo. Chiediamo al governo italiano di reclamare immediate spiegazioni, perché a nessuno può essere impunemente consentito di minacciare un cronista che sta svolgendo il suo dovere di Illuminare le zone dell’oscurita», hanno dichiarato oggi all’Ansa Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario e presidente Fnsi, e Paolo Perucchini, presidente Associazione Lombarda dei giornalisti.

«Tra le “oscurità” maltesi resta l’assassinio di Daphne Caruana Galizia, per aver svelato mafie, malaffare, corruzione. Tali minacce, sono ancora più gravi perché Nello Scavo è già costretto a una vita Sotto scorta per le minacce dei trafficanti libici».

Per questo la Federazione della Stampa e l’Associazione Lombarda dei giornalisti, d’intesa con Nello Scavo, segnaleranno l’episodio all’Osservatorio sui cronisti minacciati affinché siano compiuti tutti gli accertamenti necessari e assunte le misure conseguenti.

«Siamo pronti - hanno dichiarato i vertici sindacali dei giornalisti - a condividere tutte le azioni, in tutte le sedi, compresa quella giudiziaria, che saranno decise e promosse dal suo giornale e dalle tante associazioni che si riconoscono nell’impegno professionale, etico e civile di Nello Scavo».

La foto fatta a Nello Scavo è di Gian Mario Gillio ed è stata scatta presso il Sermig di Torino

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