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Vaccino Covid-19: «Accesso e distribuzione devono essere equi ed inclusivi»

Una dichiarazione, firmata dal segretario generale di ACT Alliance, Rudelmar Bueno de Faria, ha invitato a stabilire criteri chiari nella distribuzione dei vaccini per la pandemia di coronavirus 

ACT Alliance, che riunisce 145 chiese e organizzazioni che lavorano insieme in oltre 120 paesi a favore di persone e situazioni vulnerabili, ha pubblicato una nota in cui chiede un accesso e una distribuzione equa al vaccino per il coronavirus.

La dichiarazione, firmata dal segretario generale Rudelmar Bueno de Faria, sottolinea le implicazioni profondamente negative della pandemia nei paesi con sistemi sociali, economici e politici già fragili, dove l’accesso ai servizi sanitari e igienico sanitari di base è fortemente compromesso e conseguentemente il numero di decessi legati al Covid-19 è molto alto. 

«Queste circostanze sono ulteriormente aggravate da atteggiamenti politici che danno priorità all’economia rispetto alla vita. La pandemia COVID-19 sta mettendo a nudo le disuguaglianze ed acutizzando la povertà e le ingiustizie esistenti» dice Bueno de Faria .

Il richiamo di ACT Alliance è a una più forte collaborazione internazionale e solidarietà: «mentre tutti i governi e le istituzioni devono garantire un accesso medico inclusivo, sicuro e immediato ai loro cittadini, la realtà è che alcuni governi stanno ritirando i loro impegni internazionali sul tema della salute pubblica. Ciò provoca preoccupazioni sulla questione dei diritti umani».

Altra preoccupazione è legata al fatto che «alcuni governi stiano investendo nella ricerca e nello sviluppo di vaccini principalmente per scopi economici e politici, piuttosto che per promuovere la solidarietà universale e l’umanità; un approccio "primo arrivato, primo servito" rischia di lasciare indietro i più vulnerabili e di scatenare un disastro umanitario con "vincitori e "perdenti"».

LA richiesta di ACT Alliance è di garantire una distribuzione equa del nuovo vaccino, di non dimenticare le popolazioni più bisognose, in particolare coloro che vivono nell’epicentro della pandemia e che le agenzie umanitarie e le ONG, che possono raggiungere le comunità più vulnerabili – compresi i migranti, gli sfollati interni e i rifugiati -, partecipino alla distribuzione del futuro vaccino COVID-19.

QUI l’appello in versione integrale.

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