Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

Caso Montanelli. Lettera al sindaco Sala di due nonni (e pastori battisti)

«Chiunque viola i diritti dell'infanzia commette il più ignobile dei reati» scrivono Massimo Aprile e Anna Maffei al sindaco di Milano, chiedendo di sostituire la controversa statua spostandola in un altro luogo

Massimo Aprile e Anna Maffei, pastori battisti di Milano, indirizzano al sindaco Giuseppe Sala una lettera sul caso della controversa statua di Indro Montanelli.

In questi giorni, il dibattito sulla rimozione dei simboli o delle statue di personaggi che hanno fatto la loro epoca si è fatto sentire molto forte sui giornali e sui social. Detrattori e sostenitori di ciò che quelle statue rappresentano o hanno rappresentato, si interrogano (e a volte si insultano) sull’opportunità o meno che tali simboli restino come monito per il futuro.

La discussione sulla rimozione delle statue, a volte anche violenta, si è riaccesa in parte sull’onda delle proteste nate all’indomani dell’uccisione di George Floyd, ma il tema è sempre attuale. Ne è un esempio il caso Montanelli: giornalista osannato da certuni, ma anche figura torbida e ambigua per il matrimonio forzato con una bambina di 12 anni in epoca coloniale. Già in passato, di fronte alla statua in questione, a Milano, sui cartelli di protesta si poteva leggere: «Montanelli colonialista fascista e stupratore» e «Giardini Destà, dodicenne fatta schiava da I. Montanelli in Etiopia nel 1936».

Il pastore Aprile e la pastora Maffei rimarcano che «chiunque viola i diritti dell’infanzia, ovunque, commette il più ignobile dei reati». E invitano Sala a sostituire la statua di Montanelli con una più idonea al luogo. Magari, spostandola altrove: «Avrà salvato la memoria della fondamentale libertà di stampa, ricordando soprattutto ai giornalisti di esercitarla appieno perché questo loro diritto è anche loro dovere nei confronti dei lettori, e avrà dato l’occasione di insegnare in positivo qualcosa ai nostri bambini e bambine. Evitando così l’imbarazzo di dover rispondere alla domanda: "Nonno/a perché la statua di questo anziano signore è sempre imbrattata di vernice?"».

Riportiamo la lettera integrale.

«Buongiorno sindaco Sala, siamo due nonni, impediti dalla lontananza e dal lavoro di portare i loro nipotini e nipotine al parco, ma con un grande desiderio di poterlo fare presto.

La ringraziamo per le parole, espresse con la pacatezza che tutti le riconosciamo, a proposito della querelle sulla statua di Montanelli, nei giardini pubblici di Milano. Lei, giustamente, ricorda che Montanelli aveva le sue contraddizioni di uomo, ma che è stato anche un grande giornalista che si è speso per la libertà di stampa e che per questo fu anche vittima di un attentato terroristico. Le scrivo per dirle la nostra insoddisfazione alle sue parole, in questa circostanza, e le facciamo la nostra proposta.

Prenda la statua di Montanelli e la sposti in prossimità del luogo in cui ricevette l’attentato. Se necessario per ragioni di spazio, potrebbe bastare anche una targa. Ci scriva sopra che è per i suoi meriti giornalistici per i quali fu anche gambizzato.

Poi dedichi i giardini pubblici alle bambine dodicenni, di ogni tempo e luogo, che hanno il diritto di giocare e divertirsi all’aria aperta. Ci metta una statua, magari un girotondo di bambine. I nonni e le nonne che vi si recheranno, avranno spunto di insegnare e ricordare, in particolare alle loro nipotine, che sono delle principesse, che meritano rispetto e cura. E che chiunque viola i diritti dell’infanzia, ovunque, commette il più ignobile dei reati.

Avrà salvato la memoria della fondamentale libertà di stampa, ricordando soprattutto ai giornalisti di esercitarla appieno perché questo loro diritto è anche loro dovere nei confronti dei lettori, e avrà dato l’occasione di insegnare in positivo qualcosa ai nostri bambini e bambine. Evitando così l’imbarazzo di dover rispondere alla domanda: "Nonno/a perché la statua di questo anziano signore è sempre imbrattata di vernice?"».

Cordialmente Massimo Aprile e Anna Maffei (Pastori Battisti)

Interesse geografico: