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Archivi storici, presidi di democrazia

Il Festival si è svolto necessariamente in forma telematica tra il 5 e l'8 giugno scorsi

L’edizione interamente digitale di Archivissima 2020 – Il Festival degli archivi (5-8 giugno 2020) è andata bene. Sulla pagina facebook (https://www.facebook.com/archivissima/) i numeri sono incoraggianti: 50.000 persone online e più di 130.000 visualizzazioni nei giorni della manifestazione, ancora disponibili anche sul sito www.archivissima.it La riorganizzazione del festival, con il filo conduttore #women, prevedeva infatti una sezione video per la Notte degli Archivi, con patrocinio di Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI), e un programma di podcast, presentati e commentati tramite dirette facebook e instagram, per una riflessione sulla memoria e sulla storia delle donne. 

Interessanti anche le mostre virtuali, in particolare “L’anello forte”, visitabile sul sito dell’Archivio di Stato di Torino, che racconta come “le donne in tutte le epoche abbiano contribuito alla costruzione dello Stato, conquistando col tempo nuovi spazi di espressione e di azione” in cui si ricorda anche la vicenda di Lidia Poet e altre donne di cultura, attraverso le carte d’archivio: i podcast sono ascoltabili liberamente.

Nella giornata conclusiva si sono svolti due eventi in collaborazione con ANAI e Polo del ‘900: l’incontro digitale “Archivi, umano, digitale. Dialoghi sul futuro degli archivi sulla fruizione degli archivi nel contesto attuale e in relazione alle possibili direttrici di sviluppo future”. Questa serie di video mostra un confronto stimolante tra punti di vista diversi sui patrimoni archivistici, sulle potenzialità e i limiti della tecnologia, e sono introdotti dagli interventi di Alessandro Bollo (Fondazione Polo del ‘900), Manuela Iannetti (Archivissima) e Micaela Procaccia (ANAI).

Il coordinamento degli istituti culturali del Piemonte è intervenuto nella stessa giornata con un video intitolato “Archivi del futuro”, in vista della Giornata Internazionale degli Archivi del 9 giugno. Nel video, il dialogo proposto con Sara Rivoira (ANAI-Sezione Piemonte e Valle d’Aosta) e Paola Dubini (Università Bocconi) affronta il ruolo delle donne nell’innovazione culturale. 

Sara Rivoira nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della rete degli archivi storici e contemporanei e della promozione di spazi di confronto e incontro, non solo tra accademici, ma anche attraverso percorsi condivisi intorno a un patrimonio culturale, che è spesso destinatario di scarse risorse.

Il coordinamento riunisce 36 istituzioni culturali che svolgono attività di ricerca, formazione e educazione continua, anche in collaborazione con l’università di Torino nelle attività di Terza missione. Veri  e propri presidi di democrazia e partecipazione culturale sul territorio, gli istituti culturali da anni lavorano in sinergia con Regione Piemonte e enti locali per la realizzazione di percorsi formativi ma hanno anche una rete di collaborazioni internazionali. Ogni istituto o fondazione dispone di un archivio e di una biblioteca per la fruizione specialistica, con attività di conservazione, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale, anche attraverso iniziative rivolte alla cittadinanza.

In particolare i punti strategici, che il coordinamento ha anche inviato in una lettera al Ministro Franceschini, sono: 1) la rilevanza di un patto per la cultura nel post-pandemia a sostegno di politiche di sviluppo sostenibile e duraturo; 2) il ruolo crescente dell’umanesimo digitale, dell’innovazione per le istituzioni culturali e in particolare per gli archivi del futuro; 3) l’importanza della costruzione di reti territoriali e della cooperazione tra istituzioni diverse, pubbliche e private, per un’offerta educativa integrata (online e in presenza) rivolta a diversi pubblici (giovani e adulti, vecchi e nuovi cittadini); 4) L’accesso alla cultura e promozione della lettura come fattore di protezione sociale e di cura nelle politiche di inclusione per ampie fasce della popolazione. 

Lo sforzo di progettazione dovrà adesso accompagnare le attività che si renderanno disponibili nella ripresa che ci attende e che non si annuncia per nulla semplice.

 

 

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