Fiducia nella vita
10 giugno 2020
Un giorno una parola – commento a I Re 17, 16
La farina nel vaso non si esaurì, e il vasetto dell’olio non calò, secondo la parola che il Signore aveva pronunciata per bocca d’Elia
I Re 17, 16
Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e, alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente; e divise pure i due pesci fra tutti
Marco 6, 41-42
Elia ha sfidato il re idolatra Acab e riceve l’ordine da Dio di andare presso Sarepta dei Sidoni dove ci sarà una donna pronta ad aiutarlo. È proprio da Sidone che viene Izebel, la regina idolatra che siede a Samaria, sterminatrice di profeti del Signore: il profeta troverà aiuto dalla persona più debole della terra del nemico, una di quelle figure di ultimi, di piccoli, che le Scritture portano in primo piano: una vedova ridotta alla fame, che si fiderà del profeta e della Parola che questi porta con sé, fino a dividere con lui il suo ultimo pugno di farina. Lei sarà la salvezza per il profeta, che a sua volta salverà tutte le sue speranze, strappando il suo unico figlio alla morte. Perché vi ho raccontato una cosa che sapete già? Volevo che la vedeste dal mio punto di vista.
So benissimo che non è una regola, che non sempre i fatti mi daranno ragione, ma accettare la vita con generosità, spesso finisce per dare i suoi frutti. Non me ne vogliano le persone che hanno subìto smentite, e che con difficoltà cercano di mettere insieme i cocci delle loro aspettative. A loro penso spetti la primogenitura del sorriso di Dio, più che ai fortunati, ma rimango della mia opinione. Chi si fida della vita non sempre ce la farà, ma ha una possibilità in più.
In fondo, la fiducia nella vita è una umile chiamata profetica. A Elia tocca quella ufficiale, aulica, con le parole di rito “La parola del Signore gli fu rivolta in questi termini”. Alla vedova una più umile, che condivide con tutti noi, nei secoli che si sono susseguiti: la chiamata della fiducia nella vita. E la farina del vaso e l’olio dell’orcio che non si esauriscono stanno in luogo della speranza.
Immagine: Il profeta Elia e la vedova di Sarepta, di Bernardo Strozzi (1630)