Dio non lascia mai soli
28 maggio 2020
Un giorno una parola – commento a Salmo 25, 16
Volgiti a me, e abbi pietà di me, perché io sono solo e afflitto
Salmo 25, 16
L’infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina»
Giovanni 5, 7-8
Qualche anno fa è uscito un romanzo di Paolo Giordano intitolato “La solitudine dei numeri primi”. Un numero primo è quel numero naturale che può essere diviso per 1 e per se stesso. Per esempio il numero 2, che può essere diviso per 1 (2:1=1) e per se stesso (2:2=1).
Pensando a questi numeri sono arrivato alla conclusione che il numero più solitario è il numero 1 perché non può vantare due divisori diversi. Il numero 1 per rimanere intero può essere diviso solo per se stesso.
Non solo: ho anche pensato che il numero uno non solo è Solo ma anche afflitto perché quando è moltiplicatore di un altro numero non lo cambia (5x1=5).
Uno strano ragionamento matematico il mio, per dire che la solitudine e l’afflizione colpiscono tutti coloro che in un certo momento della loro vita sono dei numeri 1. Indivisibili e quindi incapaci di darsi agli altri, e incapaci di variare la realtà attorno a loro, incapaci di moltiplicare.
Quella del salmista è la preghiera di un numero 1 (forse re Davide?) che si rivolge a Dio perché capisce che la sua vita da numero 1 è solo solitudine e afflizione e nella sua implorante richiesta a Dio riconosce la sua miseria. E così la sua preghiera si trasforma in un atto di affidamento a quel Dio che non ci lascia mai soli. Amen!