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Instagram racconta

Su Instagram «Nonsovoi» ci ricorda il tema dell’ambiente; «Un gioco di società» denuncia la gentrificazione delle nostre città mentre un’Ape influencer si scatta selfie prima della sua possibile scomparsa

«Perché “tornare alla normalità” quando possiamo provare a migliorarla?». A partire da questa considerazione nasce sulla piattaforma social Instagram il progetto #Nonsovoi ideato da un gruppo di ragazzi esperti di comunicazione digitale. Lo apprendiamo dal sito di Teleambiente.

«L’obiettivo è avvicinare nuove persone alle tematiche ambientali sfruttando una chiave ironica», dice il ventinovenne Matteo Giulietti intervistato da Marialena Leggieri. Il progetto intende «farci riflettere sulle nostre abitudini e capire cosa potremmo mettere in atto per rispettare davvero il nostro pianeta», prosegue Giulietti spiegando che l’idea è stata realizzata insieme ad altri suoi giovani amici.

Instagram, come molti ormai sanno, è una rete sociale (una applicazione - App) che permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri e condividerle in rete. Nel 2012 l’azienda è stata comprata per un miliardo di dollari da Facebook Inc e oggi conta oltre 400milioni di utenti. 

Questa piattaforma digitale è diventata nel tempo un vero e proprio «teatro digitale» soppiantando nei numeri e nelle interazioni l’antecedente social media Facebook (oggi utilizzato per o più da generazioni più anziane) dove teenager, adolescenti e adulti, promuovono esprimenti di sensibilizzazione sociale. 

L’anno scorso (primo esperimento in Italia di questo tipo) alcuni giovani partecipanti under trenta dell’ultima edizione (tenutasi a Torino) del Premio Roberto Morrione (e del quale Articolo 21 e Riforma sono tra i media partner)  hanno presentato una loro inchiesta giornalistica dal titolo Un gioco di società

L’inchiesta di Maurizio FrancoMatteo Garavoglia e Ruggero Scotti, con la supervisione del tutor Giovanni Tizian, analizza lo sviluppo e le metamorfosi di tre grandi città italiane. I centri urbani rappresentati nel gioco/documentario multimediale mostrano le loro contraddizioni sociali, i nuovi piani urbanistici e la loro progressiva gentrificazione: Napoli, Roma e Milano diventano dunque i tre livelli interattivi che fotografano nitidamente il fenomeno mettendo insieme le tendenze, le analisi e i vissuti esperienziali in un flusso cross-mediale fruibile su Instagram

#Nonsovoi (con l’hashtag) è invece la descrizione su Instagram di un progetto più ampio dal nome Face: una start up nata nel novembre dello scorso anno. Una «talent agency che si occupa di gestire i diritti d’immagine di persone più o meno famose che hanno nella sostenibilità il centro di gravità della loro comunicazione e che diffondono attraverso i social network». 

Oggi il mercato degli influencer è «molto forte – conclude Matteo Giulietti – e vorremmo che le persone con un grande seguito veicolassero il tema della tutela dell’ambiente». 

C’è «un personaggio» che però ha fatto da apripista su Instagram: un’Ape, influencer che vuole salvare la sua specie. Si chiama B ed è già una star del web. La sua particolarità? Cerca di sfruttare la sua popolarità nella rete e nei social per salvare i suoi simili e lo fa a colpi di selfie

Secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti le api da miele si stanno estinguendo da oltre tre decenni per via dei pesticidi e nel resto del mondo le cose non vanno meglio. La media annuale di api morte è molto alta, anche in Europa. 

Solo ieri girava un triste post su Facebook, quello di un apicoltore (non lo conosciamo e dunque non possiamo confermarvi la fonte) che ha pubblicato la foto del suo apiario di San Lorenzo Isontino (Gorizia - Friuli Venezia Giulia) dato alle fiamme. «Il fuoco – ha scritto l’apicoltore Dario Visintin, postando le tristi immagini – è stato appiccato sulle porticine di volo degli insetti in modo da bruciarli vivi, senza lasciar loro via di scampo. […] 21 mila famiglie di api sono bruciate in una sola notte». All’autore di questo «imperdonabile gesto» Visintin dice: «a lui vada tutta la mia compassione».

I post dell’ape influencer e altri di denuncia come quello di Visintin speriamo possano davvero sensibilizzare l’opinione pubblica. C’è tanto ancora da fare…

Per ora date un’occhiata ai selfie di Ape B; navigate e giocate su Instagram per conoscere le tre città raccontate dai giovani del Premio «Morrione» e sorridete per l’ambiente; «Nonsovoi» ma noi iniziamo a farlo.

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