Riaperte le librerie Claudiana di Firenze e Roma
22 aprile 2020
Timori e speranze. A colloquio con Pasquale Iacobino, libraio della libreria nel centro storico del capoluogo toscano
Da martedì 14 aprile le librerie hanno potuto riaprire le serrande (con Dpcm del 10 aprile). A dire il vero non ancora in tutto il territorio nazionale: a seguito delle ordinanze a livello regionale, infatti, le librerie restano chiuse in Lombardia, Piemonte e Campania; in Emilia e Romagna la riapertura non è stata consentita a Piacenza, a Rimini, a Medicina e nella frazione di Ganzanigo, mentre nel Lazio è slittata al 20 aprile. Delle 5 librerie Claudiana (Torino, Milano, Firenze, Roma, con quella di Torre Pellice-(To) collegata alla editrice), quella di Firenze, in via Borgo Ognissanti14/R, ha riaperto per prima. Ne abbiamo parlato con il suo libraio, Pasquale Iacobino.
«Abbiamo riaperto qualche giorno dopo il decreto Conte, esattamente venerdì 17 aprile, per poter sanificare i locali in modo straordinario così come richiesto dalla Regione Toscana. Abbiamo preso la decisione di riaprire osservando per il momento un orario provvisorio, ridotto nei giorni e nell’orario. La libreria sta funzionando in questo modo: è aperta al pubblico il mercoledì e il venerdì dalle 10,30 alle 12,30. Sono presente in libreria tutte le altre mattinate, durante le quali organizzo le spedizioni e le consegne a domicilio. Le vendite fuori dal quartiere del Centro storico, dove si trova la libreria, avvengono tramite corriere; e poi ci sono le vendite con consegne gratuite a domicilio all’interno del Centro storico».
Quali novità hai registrato rispetto all’andamento ordinario della vita di una libreria?
«Questa che stiamo vivendo è una fase in cui dobbiamo inventarci cose nuove, offrendo allo stesso tempo garanzie dal punto di vista sanitario al pubblico e a noi stessi. La apertura è “limitata”, nel senso che il pubblico non entra in libreria ma rimane sulla soglia di accesso dove è stato posto un banco per servire i clienti che vengono a ritirare libri già ordinati e pagati, per la maggior parte, oppure che ritirano libri – già presenti in libreria – che vengono chiesti sulla soglia. Il cliente dunque non entra in libreria: abbiamo scelto questa formula di servizio al banco per assicurare alcune garanzie verso tutti. Ovviamente in libreria abbiamo anche tutti i dispositivi di protezione individuale imposti dalla legge (gel igienizzante, guanti, mascherine).
Una novità, ad esempio, è che abbiamo aperto un profilo Instagram che prima non avevamo: alle ore 19 facciamo una diretta nel corso della quale, per il momento, racconto quello che ho letto durante la quarantena. Insieme ai colleghi e colleghe delle altre librerie Claudiana, stiamo riflettendo sulla nuova figura di libraio che deve necessariamente delinearsi a seguito di questa crisi: dobbiamo esprimere il massimo di creatività, e in questa creatività la libreria dovrà essere vitale e raggiungere aree che prima non raggiungevamo, continuando ad essere presenti nella vita di una società che attraverserà ancora un lungo periodo in cui il modello dell’isolamento sarà quello dominante. Quindi come librai, insieme a tutti i nostri colleghi sparsi sul territorio italiano, stiamo lavorando a nuove forme di essere libreria per fare cultura, anche ripensando gli incontri culturali, che saranno concepiti in modo diverso».
Quali sono i tuoi timori e le tue speranze?
«Il mio timore più grande è che in questi 40 giorni il nostro avversario più implacabile, il gigante che vende online, ha acquistato spazi che non perderà più. Un pubblico che prima resisteva agli acquisti online, ora, per una serie di fattori, ha dovuto misurarsi e scoprire anche quella formula di consumo. Il mio timore più grande è che tutto questo andrà sicuramente a discapito del piccolo esercizio di quartiere. La mia speranza, invece, mi viene da questi primi giorni in cui ho ricevuto tantissima solidarietà e in diverse forme. Si è creato un effetto sorpresa, quasi una reazione civile: ci sono stati clienti che non solo ci hanno chiamato per dirci che hanno fatto una scelta di campo, ma che hanno fatto seguire a quella dichiarazione un ordine di acquisto. Quindi la mia speranza è che ci sia una reattività anche da parte del pubblico, che in qualche modo riscopra il valore della territorialità, il valore del servizio – non quantificabile dal punto di vista monetario – che ti può offrire una piccola bottega di quartiere, in questo caso una libreria. Sono convinto che alle strette, l’umanità riesca anche a guardarsi dentro e ad avere una reazione insperata anche verso i più pessimisti radicali. Devo dire che il primo giorno di apertura ho vissuto un’esperienza emotiva molto forte. Il momento in cui ho battuto il primo scontrino la mattina della riapertura ero emozionato, e così anche la cliente che ha acquistato una storia illustrata di Ulisse: abbiamo avuto uno scambio speculare di emozioni a due metri di distanza. Insieme ai miei colleghi delle altre librerie Claudiana, che pian piano stanno riorganizzando le riaperture nel rispetto delle ordinanze regionali, abbiamo capito che per tanti contiamo ancora qualcosa e quindi le manifestazioni di solidarietà, di appoggio e di sostegno che abbiamo ricevuto, ci fanno sperare positivamente».
La casa editrice Claudiana riaprirà i battenti, virtualmente, a partire dal 4 maggio, con i dipendenti che saranno operativi dalle rispettive abitazioni in modalità di telelavoro.