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Dov’è il frutto della tua santificazione?

Un giorno una parola – commento a Romani 6, 22

Il Signore disse: «Io ho prescelto Abramo perché ordini ai suoi figli, e alla sua casa dopo di lui, che seguano la via del Signore per praticare la giustizia e il diritto»
Genesi 18, 19

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna
Romani 6, 22

È passata una settimana dalla Pasqua di Risurrezione. Il testo di oggi è il penultimo versetto del capitolo 6 della lettera dell’apostolo Paolo ai Romani. Il filo conduttore di questo capitolo è quello di un morire al peccato con Cristo alla croce e di una risurrezione in Cristo che porta all’umanità la sua liberazione per un vivere a Dio (v. 10). Paolo parla addirittura di un morire una volta per sempre al peccato perché siamo sotto la grazia. Dunque, possiamo dire di “No” a tutto ciò che comporta violenza e ingiustizia!

Ma ora – cioè adesso – dice l’apostolo nel versetto 22, nel presente limitato dai confini della nostra vita terrena, avete per frutto la vostra santificazione.

A questo punto mi vengono spontanee delle domande retoriche all’umanità. Cara umanità, dove è il frutto della tua santificazione? Tu fratello e tu sorella, dovunque tu sia nel mondo e testimoni la tua fede in Cristo, dove si possono trovare questi frutti del tuo essere messo/a a parte, riservato/a per servire Dio? Dove è la tua fedeltà verso Colui al quale hai promesso – per amor suo – di impegnarti a cercare l’amore per il prossimo, la gioia della solidarietà, la pace con te stesso/a e con gli/le altri/e, la pazienza nelle prove, la benevolenza, la bontà, la mansuetudine? Dove è il tuo perdono per coloro che non ti hanno trattato bene?

Vivere in Cristo – sotto la grazia – e servire Dio in questa nuova fase esistenziale personale significa: migliorare la qualità della nostra vita; dare una svolta positiva alle nostre relazioni interpersonali e alla nostra vita di fede; rallegrarci del dono della vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore (v. 23) che è in parte un’esperienza presente perché la nostra vita ormai non è in balia delle possibilità e dei cambiamenti, ed è quindi eterna.

Nel mondo avrete tribolazione, dice Gesù nel vangelo di Giovanni 16, 33b, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.

 

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