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Beato chi teme Dio

Un giorno una parola – commento a Salmo 112, 1

Beato l’uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti
Salmo 112, 1

Mediante le sue lividure siete stati guariti. Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime
I Pietro 2, 24-25

Credo che questa prima frase con cui si apre il salmo, non dovrebbe essere seguita dai versetti successivi, che quasi ne oscurano la limpidezza e ne alterano la verità. È giusto che nel suo svolgimento sia evidenziato che seguire i comandamenti di Dio è una cosa molto concreta perché significa praticare l’onestà, la generosità, la misericordia e la giustizia, ma si parla anche del premio che riceve chi si comporta in questo modo: grande famiglia, abbondanza, ricchezza e liberazione dalle cattive notizie.

Temere il Signore non significa averne paura, ma averne rispetto, saper stare al nostro posto di figli, ma anche di servitori, e quindi ubbidire alla sua parola. E ciò ha come conseguenza la scoperta che Dio ti benedice in modo appagante e che la vita può essere veramente piena e gioiosa, nonostante le difficoltà, le malattie, la povertà, i lutti e i guai di questo mondo. Non c’è bisogno di potere, di ricchezza, di tutte le altre cose che l’umanità va inseguendo, per avere una vita ed averla abbondante, come ci promette Gesù.

Quello stesso Gesù che, avendo veramente temuto Dio e seguito i suoi comandamenti, sembra aver ricevuto in cambio solo una morte violenta e straziante, ancora giovane, e la sensazione, forse, di avere fallito il suo compito e di essere stato abbandonato dal Padre.

Andiamo a rileggere quello straordinario capitolo 53 di Isaia. Lì veramente scopriamo il senso di tutto ciò che è avvenuto al Messia nella sua vicenda di servizio, d’amore, di morte e risurrezione.

Oggi è il Venerdì santo che sembra stravolgere ogni logica e termina con la realtà tremenda della tomba.

Anche la nostra vita biologica terminerà con una tomba – e questi giorni di tragedia pandemica ce lo ricordano – ma “la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3, 3) e nulla e nessuno “potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8, 39).

In questo risiedono la nostra beatitudine e la nostra gioia: Il Signore è risorto! È veramente risorto! 

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