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Il servizio vissuto nell’amore

Un giorno una parola – commento a Marco 14, 26

Andiamo, andiamo a implorare il favore del Signore e a cercare il Signore degli eserciti! Anch'io voglio andare!
Zaccaria 8, 21

Dopo che ebbero cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi
Marco 14, 26

Dopo che ebbero cantato l’inno, uscirono. Così termina, in Matteo ed in Marco, il racconto della cena pasquale che Gesù consuma con i suoi amici nel giorno che noi chiamiamo il giovedì santo. L’ultima Cena, quando Gesù accennò alla sua morte offrendo il pane e il vino come simboli del suo corpo e del suo sangue.

“La notte in cui fu tradito” esordisce l’apostolo Paolo nel racconto di quella cena.

Che inno cantarono a conclusione della prima parte di quella notte che si svolse nel chiuso di una casa di Gerusalemme? 

È il salmo di lode, il 136, il cosiddetto grande Hallel (Hallelu-Ja = Lode a Dio) che chiudeva il banchetto pasquale. Nel salmo ogni versetto consta di una prima parte che celebra un grande intervento di Dio e di una seconda parte che dice: “perché la sua bontà dura in eterno”.

Avete notato che quella drammatica notte inizia e finisce in modo simbolicamente forte con una semplice e comune bacinella piena d’acqua? 

All’inizio – racconta Giovanni – Gesù, prima della cena, prese una bacinella e lavò i piedi ai suoi discepoli. Invitandoli al servizio, alla responsabilità esercitata nell’amore. Il mattino seguente, alla fine di quella notte, Matteo racconta che Pilato si fece portare una bacinella per lavarsi pubblicamente le mani, dichiarando di non sentirsi responsabile nell’abbandonare un uomo innocente alla violenza e alla morte. 

Due gesti di grande significato. Il Messia, il Signore, si spoglia di se stesso, prendendo forma di servo – come scriverà Paolo ai Filippesi – indicando che questa è la salvezza dell’umanità: la responsabilità del servizio vissuta nell’amore. Pilato, il rappresentante di Cesare, della massima autorità terrena, bada solo alla salvezza di sé e del proprio potere: per questo è disposto a calpestare la verità con la violenza.

Nel corso della storia la Chiesa e i cristiani hanno spesso scelto Pilato e non Gesù. Oggi diciamo che è un momento cruciale per il nostro pianeta e per la vita su di esso. Gesù e non Pilato ci insegnano come affrontarlo. 

Immagine: Leonardo da Vinci, L’ultima cena, in Santa Maria delle Grazie (Milano)

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