Basta armi. Il coronavirus ci porti ad un futuro diverso
31 marzo 2020
La Commissione Globalizzazione ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia invita a pensare ad una struttura della produzione e dei consumi sostenibile
«L’attenzione delle pubbliche amministrazioni, infatti, dovrebbe essere concentrata sull’emergenza sanitaria in corso, e la riflessione sull’attualità dovrebbe portare tutti ad un ripensamento delle strutture economiche, da ri-orientare decisamente verso modalità rispettose della dignità e della vita umana, non certo compatibili con la produzione di ordigni da guerra utilizzati sostanzialmente per l’attacco, come le bombe della RWM».
Queste le parole contenute nel comunicato stampa diramato dal Comitato di Riconversione RWM per la pace e il lavoro sostenibile di cui fanno parte la Commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Fcei e la Chiesa evangelica battista di Carbonia e Sulcis Iglesiente.
Il Comitato denuncia che la fabbrica, sita a Domusnovas, «ha fermato la produzione di ordigni ed esplosivi per non gravare sul sistema sanitario in caso di incidente. Contemporaneamente, non rinuncia ai lavori in corso per l’ampliamento dello stabilimento».
Il comunicato riporta infatti che dal 9 al 16 marzo stati emessi otto provvedimenti relativi ad interventi di ampliamento della parte di stabilimento che si trova in territorio di Iglesias.
«Continua senza sosta, dunque, il lavoro di parcellizzazione delle autorizzazioni edilizie che ha caratterizzato fin dal principio il rapporto tra la RWM e il Comune, volto, a nostro parere, a eludere le norme relative alla Valutazione di Impatto Ambientale che, ricordiamo, la società è finora riuscita ad evitare» proseguono i firmatari.
Il Comitato di Riconversione RWM per la pace e il lavoro sostenibile ricorda che mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, chiede «un immediato cessate il fuoco globale in tutti gli angoli del mondo» è più che mai necessario spezzare «il legame vizioso tra quella che ipocritamente viene chiamata “industria della difesa” e il proliferare dei conflitti» e sottolineare il paradosso di un’economia che si trova «nell’assurda necessità di pagare con i soldi dei contribuenti la cassa integrazione» dei dipendenti della RWM, «anche a prezzo dei continui tagli alla spesa sanitaria, di cui vediamo i risultati in questi giorni drammatici».
La Glam, condividendo i contenuti del comunicato, esprime la propria perplessità per la mancanza di visione delle amministrazioni che non colgono il passaggio storico che si sta vivendo anche per un ripensamento del paradigma di produzione e invita tutti a riflettere su come, traendo vantaggio da questa triste circostanza, si possa modello e pensare ad un futuro diverso.
«La discussione in corso su quali sono le produzioni essenziali sarebbe importante non si concludesse con l’emergenza e guidasse una struttura della produzione e dei consumi sostenibile» conclude la Glam.
Qui il testo completo del comunicato.